Che strani luoghi gli aeroporti. Particolari. Unici.
Milioni di persone si incrociano ogni giorno. Milioni di storie diverse. E ogni viaggiatore la sua storia la porta negli occhi. Nel passo che ha nell’attraversare i corridoi e i gates.
Lo scintillio e il brio di chi parte per mete sconosciute, per nuove avventure o di chi torna a casa. La tristezza profonda di chi lascia tutto e tutti in cerca di un futuro migliore che (purtroppo) non si sa quando e se permetterà mai di tornare. Gli occhi innamorati, gli occhi in cui si vede il cuore, occhi che stanno per ricongiungersi con un amore lontano. E occhi spenti di chi ormai passa così tanto tempo tra un aeroporto e l’altro da non coglierne più la spettacolarità.
Che strani luoghi gli aeroporti. Magici. Come se ci fosse un invisibile maestro a dirigere la scena dall’alto e comporre una maestosa, unica, silenziosa e coordinata sinfonia.
Foto copertina: Erik Odiin on Unsplash