Avevo il pallino di visitare Havana e Cuba già da un po’. Come un piccolo tarlo nella testa che mi diceva Vai! Va’ prima che tutto cambi, prima che Cuba non sia più Cuba e perderà la sua vera identità. Così alla fine sono partita e ho messo piede in una terra che ha rapito totalmente il mio cuore.
Havana è un groviglio di emozioni, sapori, odori. Havana è la malinconia di una storia che ha lasciato un segno indelebile ma anche di un popolo che nonostante tutto sorride alla vita sempre! Il fuso mi ha portato ad uscire dalla casa particular abbastanza presto, quando la capitale cominciava a svegliarsi lentamente. Ma mi è bastato mettere piede in strada per essere invasa sin da subito dall’anima vera di Cuba.
La Capitale si sveglia lentamente, le strade sono vuote e a parte qualche balcone aperto tutto tace. C’è un’atmosfera molto melanconica nel passeggiare per Havana Vieja in una pace che sembra quasi surreale. Ma poi piano piano, le serrande si alzano, i carretti cominciano a circolare e il ritmo si fa sentire. Havana si rivela a poco a poco, lascia intravedere stralci di una storia che ha lasciato un segno indelebile, una storia che è negli occhi della gente. Occhi che nonostante tutto sorridono sempre.

La gente di Cuba ha il sorriso stampato addosso. La vita è dura ma non ci si lamenta, anzi si sorride. Sorridono i ragazzi che si fanno eco tra di loro con gli hola guapa, hola mi amor; i vecchietti seduti tra i vicoli a vedere la vita che passa; sorridono i bambini che vanno a scuola in divisa e si rincorrono tra turisti e bancarelle. Cuba sorride, sorride da dentro perchè Cuba ha un animo gentile. La maggior parte delle donne passa metà della giornata a fare la fila per qualcosa, a Cuba si sta sempre in fila, eppure sorridono anche loro. Sorrisi veri, sorrisi genuini di chi è più ricco di quanto invece lo siamo noi.
E quanto parlano i cubani! Gli piace chiacchierare, raccontare. Sono curiosi di sapere da dove veniamo, cosa facciamo, come viviamo. Ma alla fine sono sempre loro a parlare per tutto il tempo. E diciamoci la verità i cubani urlano! Da napoletana quale sono mi sento spesso dire che ho un tono di voce alto, che alzo la voce senza rendermene conto. Lì mi sentivo come un agnellino! Parlano, parlano, fanno confusione, c’è trambusto per le strade, c’è vita! Vita nella gente, vita nei colori delle case e delle auto, vita nella musica che ad alto volume viene fatta risuonare ovunque.
Cosa vedere ad Havana
Potrei stare a raccontarvi di come un giro in bicicletta mi abbia fatto immergere totalmente nel quartiere Havana Vieja e di come abbia proseguito poi per il Malecon e la Chinatown cubana con tanto di Paseo del Prado annesso. Oppure dirvi di come due ore siano volate nel fare la fila per comprare la scheda Etecsa, di quanto a mio parere il Daiquiri del Floridita sia decisamente sopravvalutato, e di quanto incredibile sia vedere tutti gli impiegati statali di sesso femminile indossare gonne succinte e calze a rete ricamate. Come dimenticare poi un semplice giro in notturna in Coco taxi che si è rivelato invece il modo migliore per scoprire Plaza de la Revolucion, i quartieri Vedado e Miramar e una statua di John Lennon sbucata nel buio di un parco all’improvviso.
Potrei raccontarvi delle risate e della musica che mi ha accompagnato in questi due giorni nella capitale, potrei raccontarvi tanto eppure non sarebbe mai niente in confronto a ciò che ho provato vivendolo veramente! Ho aspettato. Ho atteso tanto prima di scrivere di Havana. Credevo che con il tempo avrei trovato le parole giuste. Ma la verità è che nulla può veramente rendere giustizia a questa citta!

Quando l’idea di Cuba cominciava a fare capolino, sapevo che sarebbe stata questione di tempo prima che la meravigliosa terra che ho avuto la fortuna di conoscere cambiasse. Non credevo però che il cambiamento fosse già in atto, in modo prepotente e inarrestabile.
Havana Vieja è la parte della capitale Cubana che mi ha colpita di più. Ed è la parte che maggiormente sta vivendo sulla sua pelle una transizione che si sperava tardasse a comparire. Havana Vieja è fatta dai palazzi di una volta, palazzi meravigliosi che portano a vista i segni del tempo. La povertà di questa zona è palpabile ad ogni passo. Le fondamenta cominciano a cedere ma i soldi per ristrutturare non ci sono, a malapena si vive figurarsi ristrutturare. Gli edifici cominciano a crollare e il governo ha la possibilità di intervenire a modo suo.
Ne è un esempio palese Plaza Vieja. Di vecchio in quella piazza non è rimasto nulla. Palazzi nuovi e colorati si susseguono l’uno all’altro, palazzi che diventano hotel o edifici pubblici. E i cubani, quelli veri, quelli che magari hanno vissuto lì una vita intera, loro vengono spostati in una bella casa popolare alla periferia di Havana. Il giorno della partenza il tassista verso la seconda tappa, raccontò questa storia. Raccontò anche di come un uomo fosse deciso a non abbandonare la propria abitazione e di come abbia resistito fino alla fine, fino a quando le fondamenta del suo appartamento non si sbriciolarono e fu costretto ad accettare “l’aiuto” del governo.
Cosa ne sarà dell’Havana Vieja tra qualche anno? Saranno solo strade asfaltate e hotel meravigliosi invasi dai turisti? Sarò forse egoista a volere che gli abitanti di questa città, coloro che sono la vera anima di Havana, restino? Perchè in fondo il colore vero, quello che fa vibrare la capitale cubana, è fatto dai cubani stessi e dal loro cuore!