Devo farvi una confessione. Fino ad una settimana fa, io non ero mai stata in Puglia. Non c’è bisogno di scagliare pietre, ho fatto mea culpa e l’ho ammesso apertamente. Ultimamente mi rendo sempre più conto, che per un motivo o per un altro, mi ritrovo sempre su un aereo direzione oltreoceano. Vado lontano in cerca di quel sole e quel mare che d’inverno mi piace troppo. A pensarci bene però, a volte non bisogna andare troppo lontano per trovare piccoli gioiellini del nostro Bel Paese. Un esempio? I Borghi dei Monti Dauni in Puglia.
Borghi dei Monti Dauni in Puglia
La zona della Puglia dei Monti Dauni è praticamente attaccata alla Campania. Quando dico “attaccata” lo intendo in senso letterale. Ricordo ad esempio un panorama mozzafiato da Anzano, comune della Puglia, che dava su Scampitella Comune della Campania. Questo per dirvi che la linea di confine tra queste due regioni è davvero incredibile. E ancora di più è il fatto che io avessi così tante meraviglie proprio dietro l’angolo e non le avessi mai viste.
Così quando ho ricevuto l’invito da Daunia Press Tour per andare alla scoperta dei Monti Dauni e dei suoi borghi, non me lo sono fatto ripetere due volte e valigia alla mano sono corsa a mettere piede in Puglia per la prima volta.

Borghi dei Monti Dauni: Bovino
Il primo Borgo che mi ha accolta in Puglia, è stato Bovino, in provincia di Foggia. Fa parte dei “Borghi più belli d’Italia” e credetemi tale titolo lo merita tutto. Inutile dire che a Bovino ho lasciato un pezzetto di cuore.
Il Borgo
Il mio amore per questo borgo non è stato un vero e proprio colpo di fulmine. Chiariamo, non si può non restare affascinati da Bovino, ma restare affascinati e sapere che un luogo ha lasciato un segno indelebile, beh sono due cose differenti.
Non so bene quando sia accaduto, ma so che piano piano, passo dopo passo, Bovino si è lentamente impossessata di me.
Lo ha fatto quando passeggiando per i suoi vicoli mi sono lasciata trasportare senza seguire un itinerario. Quando mi sono “persa” tra le stradine strette, i balconi colorati, le case che si arrampicano verso l’alto. Quando il paese che si svegliava lentamente profumava di pane appena sfornato. Mi ha rapita quando per circa due ore e mezza non ho fatto altro che seguire un filo invisibile che mi portava a sorprendermi ad ogni angolo, perché la semplicità a volte riesce ad essere magica ed unica più di quanto immaginiamo. Ha continuato a farsi amare con i panorami mozzafiato che spuntavano all’improvviso, di quelli che ti ritrovi a sorridere in silenzio senza neppure sapere come.

Il Duomo
Bovino mi ha affascinata incredibilmente con il suo Duomo, situato proprio in pieno centro. Io lo ammetto, non credevo che visitare un Duomo potesse essere così interessante, soprattutto per una come me che difronte alle tante date si perde sempre un po’. Eppure il Duomo di Bovino è stato una continua sorpresa dall’inizio alla fine.
La prima cosa che salta all’occhio è la convivenza di stili diversi. Un tempo per attenuare le spese di costruzione infatti, si riutilizzavano decori presi da periodi diversi, una sorta di materiale di riciclo insomma. Qui ad esempio, le colonne sono di altezze diverse e i capitelli di epoche diverse. Eppure tutto sembra sposarsi in un’armonia che prescinde le date e gli autori. Ma ciò che davvero mi ha colpita d questo Duomo, è la storia mista a credenze che si celano dietro il coro ligneo.
Se fossi entrata nella cattedrale da sola probabilmente non avrei notato la miriade di dettagli pagani che si celano in questo coro. Fate antropomorfe con teste di drago e code di serpente, coppe con serpenti e gesti delle mani che riportano al paganesimo.

Non sembra strano anche a voi trovare così tanti simboli pagani in un Duomo cristiano? Io me lo sono chiesta tante volte. Ma a pensarci se qualcuno non me lo avesse fatto notare, sarei stata capace di scovare e soprattutto di interpretare tutti questi segni da sola? Decisamente no. Ecco perché a volte avere una guida locale può dare un’impronta decisamente diversa alla visita di un luogo! Ecco perché ci vorrebbero più persone appassionate dei proprio paesi a farcele scoprire!
È stato proprio grazie alla combinazione Duomo + guida locale, che ho realizzato due sogni in un colpo solo!
Per la prima volta sono entrata letteralmente in un organo! Ritrovarsi tra le canne metalliche e sapere che quelle che sembrano fredde parti metalliche sono invece capaci di creare melodie uniche, è stato davvero emozionante. Voi ci siete mai entrati in organo? So che può sembrare banale ma a farlo veramente poi è tutto tranne che banale!

Non ho fatto in tempo a riprendermi dall’emozione dell’organo che mi ritrovo a salire in cima la campanile del Duomo per ammirare Bovino dall’alto in notturna. E voi direte, salire su un campanile non è poi cosa così rara. E invece vi sbagliate perché salire su un campanile vero, reale, di quelli che devi “spegnere” le campane altrimenti rischi che partano mentre sei su, ecco per me non è stato per niente normale! Per me è stato come realizzare un sogno. E non vi nego che sto già pensando alla maniera di convincere qualcuno a farmi salire anche sul campanile della mia Chiesa. Vi pare che me lo permettono a Bovino e non a casa mia!?
Il Castello
Dedico al Meraviglioso Castello di Bovino una sezione a se stante. Doveroso? No, di più ed ora vi spiego perché!
Il Castello di Bovino, un tempo residenza dei duchi di Guevara, è oggi diviso in due parti. Una ospita il Museo Diocesano, un susseguirsi di oggetti sacri, gioielli, opere che si ispirano al Caravaggio, stampe e manoscritti antichi! Un pezzo di Storia che incuriosisce e stupisce ad ogni stanza.
L’altra parte del Castello è invece dedicata all’ospitalità. È possibile infatti soggiornare al Castello, dormire in quelle che una volta erano le stanze dei duchi. Qui, ho realizzato il terzo, se non il più grande dei miei sogni: dormire in un castello! Grazie a Residenza Ducale è stato possibile! Immaginate l’emozione e l’incredulità di quando mi è stato detto che avrei vissuto una favola! Perché è proprio così che mi sono sentita, come in una favola.

Camminare tra i corridoi intrisi di storia, svegliarsi al mattino con il più bel panorama su Bovino e trovarsi comunque immersi una natura rigogliosa, non ha davvero prezzo!
Monteleone di Puglia
Monteleone di Puglia invece, mi ha catturata da subito. Il solo tratto in auto per raggiungerla mi ha sorpreso e non poco. Non so per quale assurdo motivo, ma nella mia testa ho sempre collegato la Puglia all’azzurro e al bianco. Sbagliavo ed ora lo so. La Puglia è anche tanto verde! In questo periodo dell’anno infatti, I Monti Dauni sono di un verde brillante che non mi sarei davvero aspettata. Per me, che sono sempre alla ricerca del verde, è stata una sorpresa non da poco. Ho raggiunto così Monteleone di Puglia con gli occhi pieni di natura, di panorami mozzafiato spezzati solo dalle pale eoliche.

Il borgo
Il borgo di Monteleone di Puglia è un mix di colori, natura, storia e integrazione!
Ci troviamo sull’Appenino Dauno nel paese che vanta il primato di essere il più alto di Puglia. In superficie vicoletti sfiziosi si diramano verso l’esterno come una rete che mano a mano si perde nella natura rigogliosa. Nel sottosuolo invece si trovano i cunicoli usati un tempo dai briganti come connessione tra il centro e la periferia.
Meravigliosa la passeggiata che dal centro porta verso la zona di San Rocco. Totalmente immersa nella natura, nella quiete, abbracciata solo da un verde incredibilmente brillante! Ed è qui che si trovano le fontane usate per rigenerarsi durante i lunghi spostamenti dei tempi di una volta. Negli anni divennero anche una sorta di “lavanderia” per le donne del paese che andavano alle fontane per fare il bucato. Oggi invece, è un piccolo e meraviglioso angolo di quiete!

I Murales della Pace
La prima cosa che colpisce del centro cittadino, è il monumento ai caduti in guerra che si innalza al centro della piazza principale. Spiccano in modo particolare le parole di Papa Francesco: La guerra è follia. Ed è da qui che viene fuori tutto l’animo di Monteleone di Puglia. In pochi sanno che questo piccolo comune sui Monti Dauni, è il paese della pace. Già perché qui la pace, la nonviolenza e l’integrazione sono all’ordine del giorno.
Ne sono esempio i tanti e colorati murales della pace che si trovano ad ogni angolo e che raccontano pezzi di storia passata e presente.

Una storia quella di Monteleone di Puglia che affonda le sue radici nel coraggio e nella forza delle donne di questo paese. Dobbiamo fare un passo indietro e tornare agli anni della seconda guerra mondiale. Anni in cui mentre gli uomini erano in guerra, donne e bambini venivano lasciati a casa a combattere anch’essi contro i morsi della fame. Il fascismo incombeva e gli animi erano tesi. Fu così che in preda alla disperazione e alla rabbia, dopo l’ennesima mancanza di rispetto da parte dei soldati fascisti, circa duecento donne del comune di Monteleone insorsero. La chiamarono la ribellione rosa e le “Monteleonesse” ne erano le artefici. Compatte e unite difesero le proprie famiglie, i proprio figli, dai morsi della fame.
Furono arrestate e restarono imprigionate anche dopo che il regime fu sconfitto. Subirono un processo lungo e ingiusto e con solo l’aiuto dell’Avvocato Quintino Basso che decise di aiutarle in modo gratuito, finalmente furono rilasciate. Ma anche dopo essere state assolte portarono sulla pelle i segni di quei giorni come se il loro gesto eroico potesse essere invece motivo di vergogna.
Il murales di Hyuro celebra il coraggio delle donne di Monteleone che si ribellarono per prime ad un regime oppressivo. L’artista sceglie volutamente di raffigurare le donne senza volto, un modo per far si che ognuna di noi possa riconoscersi e rivedersi in una delle coraggiosissime donne di Monteleone di Puglia!

I murales si susseguono uno all’altro in messaggi di pace e nonviolenza che lasciano sempre più a bocca aperta. Impossibile non citare l’omaggio a Malala ad esempio. Al coraggio di una grande donna pakistana che appena diciassettenne combatté per il diritto all’istruzione delle donne musulmane. A Monteleone viene ricordata con una delle sue frasi più celebri: “Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo!”

Ed è proprio sulla scia di questo pensiero che Monteleone di Puglia rivisita il significato del dare accoglienza ai rifugiati. Qui infatti i ragazzi vengono integrati nella comunità grazie a laboratori che possano valorizzare e alimentare le loro capacità e le loro aspirazioni. L’esempio concreto che con i mezzi giusti la vera integrazione è possibile. Perché, come dice il Sindaco, “mentre nel resto del mondo si insegna a fare la guerra, a Monteleone si insegna a costruire la pace!“.
Ed è così che nasce Ibra, due murales in uno solo che si completano a vicenda. Ibra viene rappresentato come un giovane ragazzo che arriva in Italia senza una vera identità, porta con se solo una sciarpa e null’altro. Con il tempo però, con la voglia di fare e con i giusti mezzi ecco che Ibra trova la sua strada, trova la sua identità e lo fa proprio a Monteleone di Puglia.

Mi chiedo come mai l’esempio di Monteleone resti ancora oggi unico. Mi chiedo come mai se ci sono riusciti sui Monti Dauni, non si possa riuscire ovunque!
Borghi dei Monti Dauni: Sant’Agata di Puglia
Anche a Sant’Agata di Puglia mi sono fatta affascinare dalla storia dei suoi vicoli e della meravigliosa Rocca che sovrasta il paese. Per arrivare alla Rocca si passa per quello che è stato definito il vicolo più stretto della Puglia. Si perché se ho imparato una cosa in tour è che ogni borgo della Daunia ha un suo primato.
Un tempo infatti i vicoli e le scale strette venivano usate come difesa contro gli invasori. Noi con piumino e giubbotto ci siamo passati a stento, vi lascio immaginare i soldati di un tempo che avevano quelle meravigliose e leggere armature fashion!

Ma una volta superato il vicolo stretto (sembrava quasi di giocare a Monopoli!) e raggiunto il Castello, la vista è a dir poco spettacolare! Ho camminato per i corridoi che un tempo percorreva Federico II di Svevia, ho goduto di uno dei panorami più belli che abbia mai visto e mi sono divertita immensamente ad ascoltare gli aneddoti della nostra guida. I nobili di una volta cercavano di essere ben voluti dal popolo, permettevano ai sudditi di usare sia il Mulino a paglia che il frantoio in modo gratuito. Trattenevano solo una piccola parte di farina o di olio come compenso, ma a dire il vero mi sembra molto più che equo come dazio e il popolo dell’epoca la pensava proprio come me.

Purtroppo però pare ci fossero dei “vizi” ai quali proprio alcuni sovrani non riuscivano a rinunciare. È così che ho scoperto ad esempio la fine che toccò ad Agatone, assassinato dal suo barbiere che non gli avrebbe mai permesso di applicare il “diritto della prima notte” proprio alla sua sposa!
Borghi dei Monti Dauni: Anzano
Anche Anzano come gli altri borghi ha un suo primato. Risulta essere il più piccolo borgo per estensione! Piccolino oppure no, i suoi colori mi hanno sorpresa. Le stradine strette si snodano ovunque e gli edifici sono quasi tutti colorati. Giallo, verde, rosa. Non mi aspettavo neppure di trovare un Santuario qui, ma invece ecco il Santuario di Santa Maria di Anzano. Dall’esterno non si direbbe ma una volta all’interno vi ritroverete davanti ad un piccolo gioiellino interamente decorato.

Ad Anzano devo alcuni degli scatti che preferisco, dettagli banali che mi colpiscono come non mai. I panni stesi fuori al sole, un trattore “parcheggiato” in un vicolo e il sole caldo che fa brillare i mattoncini.
Ma lo scatto a cui tengo di più è quello di due anziani signori che su di una panchina in centro, fanno due chiacchiere seduti al sole. Alla domanda “posso fare una foto?” prima sorridono e poi chiedono “a chi sei figlia?”. Perché ad Anzano si conoscono tutti ed è questa la cosa bella, è questo che rende i borghi davvero unici!

Borghi dei Monti Dauni: Accadia
Ho volutamente lasciato Accadia per ultimo. Non perché non lo abbia amato, anzi, ma perché nutro sentimenti contrastanti verso Accadia e soprattutto verso il Rione dei Fossi.

Visitare il Rione dei Fossi è come visitare una città fantasma. Dal terremoto del 1930 questa parte del paese è rimasta disabitata. C’è una delimitazione netta tra il Rione ed il paese. Lo si vede in tutto, dai mattoncini che formano i vicoli, dagli stessi mattoncini che creano case arroccate una all’altra, dai portoni chiusi di luoghi abbandonati.
Una piccola città fantasma che al calar del sole si trasforma in un presepe senza comparse. Mancano i sorrisi della gente, le chiacchiere da un balcone all’altro; manca il rumore dei calci tirati al pallone, l’odore del pane appena sfornato. Mancano le luci alle finestre, manca il calore umano a rendere vivo un luogo magico. Restano solo i portoncini verdi, i murales che donano un pizzico di vivacità e le citazioni famose scritte sui portoni ormai decadenti!

Ed eccomi qui allora a chiedermi se sia veramente giusto lasciarlo così. Io il Rione dei Fossi me lo immagino così come è, come un presepe meraviglioso sui Monti Dauni. Me lo immagino però abitato. Vissuto dagli abitanti che da troppi anni ormai, hanno dovuto abbandonare le proprie case; me lo immagino abitato da musicisti, scrittori e pittori che si rifugiano in questo angolo di pura magia per dare spazio alla propria arte.
Ma sarebbe veramente giusto? Resterebbe viva la magia del Rione dei Fossi se le cose cambiassero? E allora quale destino sarebbe quello migliore per Accadia ed il suo Rione? Non credo lo saprò mai, o almeno non per il momento.
Per adesso porto dentro di me la magia che trasuda ogni mattoncino, ogni meraviglioso mattoncino intriso di storia e di una vita che un tempo era fervida e prospera.
Me la sento addosso quella sensazione di incredulità mista a speranza, mista a magia. Quella sensazione che so non andrà più via!

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I Borghi dei Monti Dauni
I Borghi dei Monti Dauni sono stati un susseguirsi di sorprese, di emozioni, di colori e di sapori incredibili. Eppure molti non ne conoscono l’esistenza. Ma perché puntiamo sempre alle mete conosciute, a quelle “famose” quando poi ci sono chicche come queste che passano in secondo piano. Ogni mondo è paese, per carità, la stessa cosa capita anche da dove vengo io. Tutti si ricordano dei paesi famosi, e in pochi si ricordano delle chicche, delle sorprese che invece possono essere proprio dietro l’angolo.
La mia prima volta in Puglia mi ha portato tra i Borghi dei Monti Dauni tra panorami incredibili e un sentimento di pace che aleggia ovunque. La mia prima volta in Puglia mi ha portato in Daunia ed io non potrei essere più felice di aver cominciato proprio da qui!
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*In collaborazione con Daunia Press Tour.