La Puglia che amo, i Monti Dauni che già a marzo mi fecero innamorare follemente di questa terra, sono riusciti a travolgermi anche stavolta. Perché è questo ciò che fanno. Mi travolgono con il loro calore, con quel farti “stare bene” che due parole non riescono a spiegare. Lo fanno con un tour lento attraverso il magnifico paesaggio del subappenino dauno, un tour alla scoperta dei riti di Ognissanti in provincia di Foggia che si tramandano di generazione in generazione e di un’accoglienza sincera e appassionata.
Una zona questa, ancora poco conosciuta e apprezzata. Il turismo di massa si concentra altrove, in quella Puglia che tutti identificano con il mare d’estate e con il bianco abbagliante. Eppure i Monti Dauni hanno un patrimonio artistico – culturale da far invidia. È qui infatti che è possibile vedere i Grifoni ad esempio oppure gli Exultet. È tra i vicoli di questi borghi che i riti di un tempo rivivono di anno in anno. Ed è proprio qui che lo slogan “In Puglia 365” potrebbe trovare il suo vero apice d’espressione.
Se siete alla ricerca di una zona meno conosciuta ma altrettanto ricca e affascinante, allora seguitemi per i riti di Ognissanti in provincia di Foggia, perché cari miei la Puglia è tutta da scoprire!
I riti di Ognissanti in provincia di Foggia: Troia
La prima cosa che mi colpisce immediatamente di Troia è la sua silenziosa cura dei dettagli. “Troia è bella perché ci conosciamo tutti” , recita così una delle tante cassette colorate poste all’ingresso di negozi e abitazioni. Decorano i vicoletti del paese stuzzicando la curiosità dei visitatori e invitando ad entrare. Un modo per esaltare le bellezze locali con timidezza, in maniera quasi impercettibile ma sentita. Ecco io ci vedo tutto l’affetto e tutto il calore dei suoi abitanti in queste parole, in queste frasi che disseminate per il corso principale, fanno strada verso la Cattedrale.

Per i vicoli di Troia (FG)
La Cattedrale di Troia
Ed è lì, davanti al rosone a undici petali che è impossibile non restare a bocca aperta. Per anni il maestoso rosone è entrato in tutte le case degli italiani stampato sulla vecchia banconota delle 5.000 Lire. Me lo ha ricordato la mia amica giornalista Enrica Procaccini. Io a dire il vero quella banconota non la ricordo, eppure per finire addirittura su una banconota nazionale, la bellezza e l’importanza del rosone erano un tempo conosciute a tutti. Mi chiedo come sia possibile quindi, che ad oggi una meraviglia del genere finisca quasi nel dimenticatoio.
Undici i petali di un rosone unico nel suo genere e ricco di metafore sulla religione ma anche sulla vita stessa. I merletti diversi tra loro ,ad esempio, permettono alla luce del sole di filtrare all’interno e simboleggiano la diversità e allo stesso tempo l’unione di tutti gli esseri umani. E cosa dire della cornice in cui le immagini particolari che la fanno da padrone, simboleggiano la presenza del peccato anche all’interno della Chiesa stessa. Concetti che tutt’ora fanno riflettere e che non potrebbero essere più attuali!

Rosone della Cattedrale di Troia (FG)
Ripercorro l’Antica via Appia e ripenso ai soldati, ai pellegrini e ai viandanti che un tempo sono passati di qui. Quanta storia racchiudono i Monti Dauni. Quanta storia racchiude Troia che nel 2019 festeggerà i suoi primi 1000 anni. Ci pensate? Mille anni di storia.
Il Museo della Cattedrale di Troia e gli Exultet
E se non bastasse tutto ciò a rendere Troia tappa imperdibile per un itinerario in provincia di Foggia, ecco dunque il Museo del Tesoro della Cattedrale che oltre a custodire argenti, volumi preziosi e paramenti sacri, custodisce gli Exultet!
Si tratta di rotoli miniati che prendono il nome dalla prima parola dell’Annuncio della Pace, appunto Exultet. Sono infatti il canto liturgico con cui alla vigilia del Sabato Santo il Diacono saliva sul pulpito e srotolando le pergamene, annunciava alla comunità del clero e dei fedeli il Mistero della Redenzione Pasquale. I rotoli riportavano quindi sia il testo in latino che le immagini miniate per permettere a tutti i fedeli di essere partecipi all’esortazione alla gioia.
A Troia si trovano ben tre delle 31 pergamene distribuite tra Italia, Madrid, Londra e Manchester. Ancora una volta resto sorpresa, a bocca aperta davanti a tanta meraviglia e al tempo stesso ad una pietra miliare della storia. Un vero e proprio pezzo della nostra storia.
Non ho foto da mostrarvi perché non è possibile fotografare gli Exultet, ma fidatevi sulla parola quando vi dico che non solo ne valgono la pena, ma che tutti dovremmo avere la possibilità di vederle dal vivo almeno una volta!
Le tradizioni di Ognissanti di Troia
A cavallo tra Ottobre e Novembre, Troia vede i suoi vicoli riempirsi di gente. Quella di Ognissanti è una festa molto sentita da queste parti. Secondo la leggenda infatti, durante la notte tra l’1 ed il 2 Novembre, si apre un varco spirituale che connette il mondo de vivi a quello dei morti. Dalla piccola Chiesa dei Murticielli, oggigiorno chiusa, partirebbe la processione delle anime dei morti che ritornati nella nostra dimensione andrebbero a far visita ai propri cari ancora in vita. Un varco che resterà aperto fino al giorno dell’Epifania, giorno in cui tutte le anime dei morti devono necessariamente far ritorno nell’aldilà.
È proprio grazie a questa credenza infatti, che la famosa tradizione della calza viene quindi contemplata due volte all’anno. Per i riti di Ognissanti e per l’Epifania i bimbi appendono la calza in attesa che le anime dei loro cari che sono scomparsi, possano riempirle con dolciumi vari in segno del loro affetto.
Ma al Sud si sa, una tradizione non è tale se non ci scappa il piatto tipico: il grano cotto. Ricordate quando vi raccontavo di quanto la Puglia mi faccia stare bene. È così che mi sono sentita quando la signora Michelina e il marito Celestino, genitori dell’assessore Margherita Sara Guadagno, mi hanno accolta in casa loro. Seduti intorno al tavolo, io e i miei compagni di viaggio, abbiamo preparato i “Cicci cotti”! Un dolce composto da grano cotto, melograno, vin cotto, noci, mandorle e cioccolato. Eravamo lì riuniti ad assaggiare, chiacchierare e fingere di sbucciare almeno due noci, e sembrava di conoscersi da sempre. Sembrava di appartenere a questa terra meravigliosa proprio come loro.

Cicci Cotti
In quel momento preciso, ripensando alle persone a me care che purtroppo non ci sono più, ho avvertito fino in fondo il significato di questa tradizione. Un filo conduttore che non mi più abbandonata per tutta la durata del mio tour di Ognissanti per i borghi della provincia foggiana!
I riti di Ognissanti in provincia di Foggia: Ascoli Satriano
La scoperta di Ascoli Satriano comincia con il via vai delle persone che si affrettano verso i negozi di fiori da portare in dono ai defunti. È quasi strano come i colori vivaci e sgargianti dei fiori contrastino con l’idea della morte e dell’aldilà. Eppure il borgo di Ascoli Satriano, mi accoglie così. Ricco di colori e luce, di calore e allegria e soprattutto ricco di un patrimonio artistico-culturale tra i più incredibili del subappennino dauno.
Il filo conduttore del passaggio tra mondo dei vivi e mondo dei morti, fa presto capolino durante la visita del Museo Archeologico Diocesano in cui oggetti provenienti da lussuosi corredi funerari vengono oggi custoditi. Salta all’occhio l’idea secondo la quale tali oggetti potessero un tempo aiutare le anime a passare oltre. Che strano, questo oltre che continua a rincorrermi. Un oltre che mi ricorda, prepotentemente, quanto il dolore riesca a renderci irrazionali. Lo faceva tanti anni fa quando bracciali intagliati, pietre preziose e drappi ricamati servivano ai defunti per alleggerire il passaggio. E lo fa oggigiorno quando ci illudiamo che marmi ricercati e inutili fronzoli siano il nostro messaggio d’amore per chi purtroppo non c’è più.
Così recita infatti uno dei cartelli in esposizione:
Il gioiello è un oggetto infernale proveniente attraverso percorsi costosi e spesso insanguinati da quelle caverne sotterranee in cui l’immaginazione mitica dell’umanità ha posto insieme i morti, i tesori e le colpe.
Ma la vera sorpresa arriva con i Grifoni. L’opera in marmo, rappresenta due Grifoni nell’atto di sbranare un cervo. Immagine che rievoca ancora una volta, la figura della morte. A colpire sono i dettagli che, date anche le dimensioni, fanno credere fosse parte di un tempietto funerario. Non so bene se fosse l’atmosfera presente nel Museo o se fosse l’atmosfera che mi ha accompagnata per tutto il tour. Ma ammirare lo splendore e al tempo stesso la ferocia di un’opera del genere, fa letteralmente venire la pelle d’oca!

Grifoni
I riti di Ognissanti in provincia di Foggia: Orsara di Puglia
L’itinerario per i riti di Ognissanti raggiunge il suo apice con la visita di Orsara di Puglia. È la notte tra l’ 1 Novembre e il 2 Novembre e come da tradizione si festeggia la notte delle “Fucacoste e Cocce Priatorje”. Tutto il borgo dei Monti Dauni, si illumina grazie a 1000 zucche intagliate e 100 fuochi sparsi ovunque.
Alle 7 di sera dal campanile della Chiesa Madre, i rintocchi delle campane danno il via all’accensione dei fuochi. Nello stesso momento gli incappucciati, simbolo delle anime dei defunti, escono dalla Chiesa e si disperdono per le strade del borgo. Seguono le fiammelle delle zucche per trovare la via di casa e usano i falò disseminati per i vicoli per purificarsi.

Orsara di Puglia
La magia che si crea è incredibile. Le persone si riversano nei vicoli e festeggiano con musica e prodotti tipici mentre i falò scaldano e creano un’atmosfera d’altri tempi. Molte famiglie si riuniscono nel cortile davanti casa e organizzano dei piccoli barbecue mentre i bambini vanno alla ricerca delle zucche più particolari. Una tradizione che ad Orsara di Puglia è di casa da moltissimi anni. Guai a chiamarlo Halloween attenzione, potreste scatenare le ire dei defunti e non solo!
Una celebrazione alla morte e al tempo stesso alla vita. Tra canti e danze popolari, la notte delle Fucacoste e delle Cocce Priatorje rientra di merito tra gli eventi in Puglia da non perdere. E come ogni evento locale che si rispetti, non può mancare il panino da mangiare rigorosamente in strada. Peccato che qui in Puglia però per panino intendano una pagnotta di un kg farcita con carne, cipolla e verdure. Mica uno spuntino qualsiasi! Avrei tanto voluto vedere chef Rubio alle prese con lo street-food pugliese più incredibile che io abbia mai visto! Se ci aggiungete poi che il pane è stato fatto in un tipico forno a paglia, non sentite anche voi un languorino crescere lentamente dentro di voi?

Street Food
Si conclude così una settimana all’insegna della vita. Perché in realtà i riti di Ognissanti è questo che celebrano: la vita terrena che muta e si trasforma in qualcosa che va oltre. E termina così anche un’altra settimana in una terra che riesce a travolgermi, a inebriarmi e scatenare in me emozioni mai scontate. Una terra che prima è riuscita a realizzare tre miei sogni in un colpo solo e che oggi mi rende più consapevole di me stessa e delle mie emozioni. E allora cari Monti Dauni, quale altra sorpresa avete in serbo per me?
*InCollaborazioneCon Daunia Press Tour