Dentista. Solo a sentire questa parola mi viene la pelle d’oca e mi si aggroviglia lo stomaco.
Avete presente “Alla ricerca di Nemo”? Vi chiederete cosa c’entri ora un simpatico cartone animato con i pesci pagliaccio a fare da protagonisti, con il dentista e il mio terrore. Per metà del tempo il povero Nemo si ritrova a vivere nell’acquario di un dentista, in attesa che la perfida nipote del suddetto lo vada a riscattare come premio di compleanno. La cara bambina, assassina spudorata di qualunque povera bestiola le venga affidata, si presenta con un apparecchio per denti stile medioevo che le circonda l’intero volto. Fili d’argento e quadratini luccicanti le impiastricciano il sorriso già tetro di suo.
Lo so vi sembrerà assurdo, ma non fatevi influenzare dal fatto che sia in un cartone animato. Del resto si sa in questo genere di cose c’è sempre una strega cattiva. E Darla – già è proprio questo il nome della perfida dal sorriso d’argento – è al momento la strega da me più temuta.
E così, a trent’anni quasi suonati, mi ritrovo a tremare come una bambina seduta su una sedia a fissare il soffitto. Sarà la mia esperienza molto poco positiva con il mio ultimo dentista ma per quanto io mi impegni di restare calma proprio non riesco. Il nuovo dentista se la ride mentre io spero solo che qualunque cosa debba fare finisca presto. Possibilmente prima che la mia mano aggrappata al bracciolo della sedia non finisca col frantumarlo in mille pezzi.
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