Itinerario a Massafra – Due giorni nella terra delle gravine alla scoperta di storia, natura e leggende.
Massafra, conosciuta come la Tebaide d’Italia, è un comune in provincia di Taranto- Puglia. Situato ai piedi delle Murge, entra di diritto nel meraviglioso Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine. Questa cittadina ricca di storia e cultura è immersa in un paesaggio che la incornicia e ne esalta la bellezza. Durante i miei giorni qui, sono rimasta esterrefatta dalla bellezza delle innumerevoli Chiese, dall’unicità delle sue gravine, dal patrimonio artistico-culturale, dagli scorci caratteristici del centro storico e dalle leggende dei masciari.
due giorni a Massafra sono il minimo necessario per godere almeno in parte di questa cittadina dalla ricchezza incommensurabili. Partiamo quindi e scopriamo cosa fare a Massafra, itinerario di due giorni nella Terra delle Gravine!
Itinerario a Massafra: Il centro Storico
Il mio itinerario a Massafra inizia dal Centro Storico. Appena arrivata infatti, ho potuto assaporare sin da subito la magia dei vicoletti di questa parte di città che assomiglia più ad un borgo. Cercavo il mio B&B e già notavo quel famoso e meraviglioso bianco abbagliante che tanto avevo sognato. Finora ero stata in Puglia solo una volta. Certo mi era bastata a farmi innamorare di una regione tanto vicina quanto sconosciuta. Ma ero stata nella parte nord, nella meravigliosa Daunia alla scoperta dei suoi borghi e dei suoi panorami ricchi di verde. Qui a Massafra invece, ho trovato dettagli di colore vivo su una tavolozza di bianco. Un contrasto da farmi brillare gli occhi sin dal primo istante.
Attraversando Piazza Garibaldi, ecco spuntare la Chiesa di San Benedetto. La sua costruzione è dovuta a donna Maddalena Capreoli che restò colpita dalla vita monasteriale e nonostante la sua prematura scomparsa, lasciò come testamento il volere di costruire un monastero e una Chiesa per le suore di clausura. La chiesa di piccole dimensioni, è un piccolo capolavoro in stile rococò, o come in molti lo definiscono, in stile napoletano. Tele e stucchi preziosi ne ricoprono ogni centimetro. E come se ciò non bastasse, eccolo lì, un soffitto che fa letteralmente restare a bocca aperta.
Nel corso degli anni il monastero è stato prima trasformato in asilo e poi in casa di cura per anziani. Purtroppo al momento anche le ultime suore hanno lasciato il monastero che ad oggi conserva ancora la Statua della Madonna della Scala come da tradizione. Gli interni del monastero, le ex celle delle suore benedettine e gli ambienti in comune, vengono usati come base di numerose iniziative della Caritas.

Interno Chiesa San Benedetto – Massafra
Continuando a gironzolare per i vicoletti del centro storico, si aprono scenari di vita quotidiana che non lasciano indifferenti. Bambini che si rincorrono allegramente, signore che stendono i “panni” al sole e l’odore del sugo della domenica che riunisce la famiglia a tavola. La bellezza del rione Gesù Bambino, conosciuto per il Santuario di Gesù Bambino da cui prende il nome, per me va oltre la sola religione. Come sapete mi piace andare alla ricerca di ciò che a primo impatto non si nota, non salta da subito all’occhio. Non che sia facile in questi vicoli, Massafra è così stupendamente unica che andare oltre sembrava quasi impossibile perché è impossibile negare la sua bellezza evidente. Ed ecco invece che il mio oltre arriva inaspettato come sempre.
Arriva nel bel mezzo di uno dei miei mille scatti ai vicoli del centro storico. Arriva accelerando il passo, con un sorriso sulle labbra e la coppola quella buona della domenica. Il simpatico signore che mi saluta sta andando alla messa della domenica. Si scusa perché non vuole rovinare la foto, perché non vuole che il soggetto principale risulti essere lui. In realtà a me sarebbe piaciuto molto avere anche lui in foto ma poi iniziamo a chiacchierare e mi perdo nella sua risata, in quel suo modo di essere cortese con una perfetta sconosciuta. Così per un attimo mi dimentico di seguire il gruppo e quasi perdo la nostra fantastica guida Antonio che questo rione lo conosce come le sue tasche, che ci è cresciuto e che ancora ci vive!
Anche questa è Massafra, quella che ti sa dare il benvenuto abbracciandoti all’improvviso, senza motivo quasi. Quella che ti coccola e ti emoziona a partire dalle piccole cose.
Senza dubbio uno dei ricordi più belli che ho dell’itinerario a Massafra.

Rione Gesù Bambino – Massafra
E mentre quel simpatico signore vira per la sua passeggiata mattutina, io scopro la Chiesa Ipogea di S. Antonio Abate protettore degli animali. Una scoperta a cui sono particolarmente legata dato che il patrono del mio paese è proprio S. Antonio Abate. Situata sotto l’antico ospedale di Massafra potrebbe essere considerata una vera e propria galleria di arte medioevale date le numerose pitture rupestri. Credo che le gentilissime Giovanna e Raffaella, nostre guide all’interno della Chiesa, abbiano notato tutto il mio stupore e al tempo stesso la mia emozione nel mettere piede per la prima volta in una Chiesa Rupestre. Il patrimonio artistico che si estende in tutto il nostro stivale è di una rilevanza senza eguali e a poco a poco sto cominciando a capirne la sua grandiosità!

Chiesa ipogea S. Antonio Abate – Massafra
È quasi sera quando poi la Grande festa in onore dei Santi Medici ha inizio. Lo spiazzale della Chiesa Dei Santi Medici si riempie e la processione parte. Eccole, le due piccole statue dei Santi Cosma e Damiano vengono portate dai “muschier” per i vicoli della cittadina mentre la banda suona e le luci iniziano ad accendersi. È il 27 Settembre ed è festa a Massafra, una grande festa che vedrà in tarda sera l’accensione del corso principale a suon di musica.
La gravina di San Marco e il villaggio di Santa Marina
La Gravina è una sorta di canyon scavato nella roccia calcarea. Ce ne sono molte nel territorio delle Murge e anche a Massafra è possibile trovarne alcune. La Gravina di S. Marco, ad esempio, fa da spartiacque tra il borgo antico e la città grazie ai tre ponti che la attraversano. Il villaggio di Santa Marina è costituto da una serie di grotte e case rupestri che riportano indietro nel tempo. Questo tratto di gravina viene anche comunemente chiamato “Paradiso di Massafra” sia per la bellezza della vegetazione che per la vita di preghiera e lavoro che vi si conduceva un tempo. Il villaggio in tufo fu abitato fino alla fine del 1700 ed è stato recentemente bonificato per permetterne la visita.
Pensate che io ho avuto la fortuna di soggiornare in un B&B con vista proprio sulla Gravina San Marco e sul villaggio Santa Marina. Posso solo dirvi che svegliarsi ogni mattino con un panorama e una pace così, non ha davvero eguali. Ecco perché ogni mio momento libero lo trascorrevo in terrazza, a godere della sua bellezza unica il più possibile. Come se avessi voluto essere una spugna e assorbire tutta questa meraviglia, renderla mia e non lasciarla andare più!

Gravina San Marco – Massafra
Itinerario a Massafra: La gravina della Madonna della Scala e il Santuario
Continua l’itinerario a Massafra con la scoperta di una seconda gravina. Se quella di San Marco lascia il segno, cosa dire della gravina della Madonna della Scala, protettrice di Massafra. Lo so, sembra banale, ma questa gravina in modo particolare mi ha colpito sin dal principio. Appena arrivata ho notato subito una sorta di terrazza che sembrava sospesa e la gravina tutta intorno. La chiamano la “Valle delle Rose” e questo fa capire dall’inizio la particolarità della vegetazione spontanea che abbraccia e costeggia il letto dell’antico fiume.
Poi lo sguardo cade verso il basso, ed ecco lo stupore più incredibile. Già, il Santuario si apre ai miei occhi proprio sotto i miei piedi. Una maestosa scalinata di 125 gradini che si intrecciano tra loro, porta al Santuario. Eccola la particolarità di questa meraviglia: le scale vanno verso il basso. Il Santuario si trova proprio nella Gravina e si sposa armonicamente con la vegetazione che lo circonda.

Gravina Madonna della Scala – Massafra

Gravina Madonna della Scala – Massafra
Santuario Madonna della Scala
La storia del Santuario affonda le sue radici nei tempi più antichi. Pare infatti che la prima Chiesa costruita nella gravina fosse intitolata a Santa Maria Prisca. Con il terremoto del 324 d. c., purtroppo la Chiesa crollò e per molti anni si temette che non fosse sopravvissuto nulla della prima costruzione. Secondo la leggenda fu solo secoli dopo che un’immagine della Madonna fu trovata grazie a due cerve che scappavano dai cacciatori. Da qui la Chiesa venne quindi chiamata come Chiesa della Madonna delle Cerve.
A completamento della gradinata la Chiesa prese poi il nome di Madonna della Scala. Ma le leggende continuano sino al 1743, anno in cui il forte terremoto del tarantino lascia illesa Massafra. I Massafresi ringraziano la Madonna per la sua intercessione attribuendo a lei la salvezza del paese. Un evento che ha segnato la cittadina che tutt’oggi la venera in modo particolare. Bisogna attendere però il 1953 perché finalmente la Chiesa diventi Santuario della Madonna della Scala.
Una storia ricca e intensa quella di un luogo magico. Si respira nell’aria questa misticità quasi inverosimile. Si dice che la Madonna funga da intermediaria per le anime tra terra e cielo. Voi mi conoscete, sì sono credente ma non in modo particolare. Eppure lì, ascoltando la guida Mina e ritrovandomi totalmente circondata da tutto questo, mi è sembrato di crederci un po’ di più. Di essere parte anche io di qualcosa che va al di là del tangibile. Ecco lo sapevo, sono finta di nuovo senza volerlo, “Oltre” ! Non a caso il motto di questi due giorni è stato : niente accade per caso!

Gravina Madonna della Scala
Gravina Madonna della Scala
Ma torniamo all’itinerario a Massafra e quindi alla gravina Gravina. Costeggiando il Santuario si arriva all’inizio del sentiero che porta all’interno della Gravina. Il bianco meraviglioso del Santuario lascia posto al verde della vegetazione che nonostante le alluvioni, ritorna rigogliosa più che mai. Eccolo il mio verde amato, quello che mi ha accompagnata per tutto il tempo lasciando spazio solo a sprazzi di roccia e ad un cielo azzurro limpido. La vegetazione la fa da padrone per tutto il primo tratto ma poi cominciano a spuntare le abitazioni rupestri.
Si sviluppano dal basso verso l’alto creando piani uniti da piccole scalinate scavate nella roccia. Gli uomini di un tempo vivevano qui, e al contrario di quanto si possa pensare, avevano studiato tutto nei minimi dettagli. Le abitazioni rupestri infatti, sono simbolo di quanta furbizia e scaltrezza avessero. Basti pensare agli ingressi delle grotte, alle incisioni che le sovrastano per permettere all’acqua piovana di confluire in un unico punto e di essere raccolta. E poi ci sono le “caviglie”, una sorta di ganci scavati nella roccia usati per appendere i salumi e i formaggi da essiccare ma anche per sorreggere le strutture utilizzate come giacigli per la notte sospesi dal suolo. Basti pensare ai pozzetti per conservare ortaggi e legumi o alle presse per la colatura dell’olio.
Particolare poi la Grotta del Ciclope. Qui l’ampio spazio fa pensare che potesse essere una sorta di piazza nella quale riunirsi e magari chissà anche la piazza del mercato cittadino.
La farmacia di Mago Greguro e la leggenda di Margheritella
E per finire la famosa Farmacia del Mago Greguro che tanto vi aveva appassionati sui social. Facciamo un salto nelle leggende, nelle storie di maghi e maghe che da queste parti vengono chiamati masciari e masciare. Sin dai tempi antichi la gravina ha visto una vegetazione rigogliosa resistere alle intemperie del tempo. Ancora oggi, così come una volta, si possono contare più di 400 erbe medicinali lungo il suo percorso. Il simpatico Mago Greguro conosceva bene queste piante medicinali e le usava per creare unguenti curativi.
La leggenda di Margheritella
Peccato però che nel paese girassero voci del tutto infondate secondo cui il mago e la sua bellissima figliola Margheritella, usassero le erbe per creare pozioni d’amore. Queste dicerie altro non erano che frutto della gelosia delle donne che vedevano i loro mariti innamorarsi della bella Margheritella. Non è che nel tempo sia cambiato molto riguardo le dicerie e le gelosie eh! Ma un tempo le masciare venivano bruciate al rogo e la povera fanciulla per poco non ci lasciava le penne su uno di quei roghi. La fortuna volle che l’Igumeno Anselmo arrivasse in tempo salvandola e rimproverando il popolo tutto di credere a superstizioni inutili.
Da quel giorno Margheritella visse con il padre il Mago Greguro, e dedicò il resto della sua vita alla raccolta e allo studio delle erbe medicinali. La bravissima Maria Millarte ha scritto un articolo dettagliato proprio su questa leggenda. Vi rimando a lei per scoprire la vera storia di Margheritella, figlia del Mago Greguro di Massafra dall’inizio alla fine.
La farmacia di Mago Greguro
Ma non vi tengo più sulle spine e vico quindi che la farmacia nient’altro è che una serie di cunicoli scavati nella roccia che formano una sorta di scaffali. Ogni spazio veniva usato per conservare e catalogare tutte le erbe ritrovate. Erbe che poi sarebbero state usate e miscelate per curare e non di certo per fare pozioni. Lavanda e calendula sono le prime che mi vengono in mente. Pensateci, quanti prodotti tutt’oggi contengono erbe medicinali che usiamo quotidianamente senza neanche farci caso?
Per accedere alla farmacia bisogna “arrampicarsi” su una scala abbastanza ripida. Dico arrampicarsi perché io dopo i primi due gradini mi sono dovuta arrendere. Ma ho avuto la fortuna di vedere le foto della mia compagna di avventura Sara e sono rimasta a bocca aperta. Lei, la mia eroina della giornata, è passata da una stanza all’altra e ha potuto vedere dal vivo i vari scaffali. Se avete coraggio e meno vertigini di me, ve la consiglio davvero!

Ingresso Santuario Madonna della Scala
Itinerario a Massafra: conclusioni
Terminano così i miei due giorni di visita e l’itinerario a Massafra grazie ad un blog tour che mi ha riportato infinite emozioni a galla. Un doveroso grazie va a Maria Millarte del blog Around me per aver organizzato il tour in modo impeccabile e per avermi selezionata dalla Community Travel Blogger Italiane. Grazie anche ad Antonio, Giovanna, Raffaella e Mina, nostre guide alla scoperta di Massafra e dalla sua incredibile bellezza.
E per finire un grazie immenso a te cara Puglia. Non smetti mai di sorprendermi e riesci a scoprirti e a scoprirmi in modi che nemmeno immaginavo. Ti saluto con un ciao perché so che presto sarò di nuovo da te!
*Supplied by La Grande Festa di Massafra, ai Santi Medici e al Patrono San Michele.