La Panarda, una delle più antiche tradizioni culinarie abruzzesi che sta tornando alla ribalta.
Esiste in Abruzzo una tradizione culinaria ben radicata nella storia di questa regione. Un momento di unione della popolazione intera in un lunghissimo banchetto che almeno per un giorno dimenticava le classi sociali e godeva di una festa unica nel suo genere.
Questa tradizione porta il nome di Panarda e ha origini molto antiche. Sebbene per molti anni sia finita nel dimenticatoio, sta ritornando oggi alla ribalta incuriosendo e attirando sempre più persone.
Cos’è la Panarda abbruzzese
La tradizione della Panarda nasce in un momento storico in cui la popolazione si divideva ancora in ceti. Le prime testimonianze di questa incredibile maratona culinaria sia hanno infatti intorno al 1300. In quel momento la popolazione di ceto basso viveva grazie a un’alimentazione fatta di legumi, frumento, verdure e pasta fatta in casa. La carne era pressoché un miraggio e nel raro caso in cui ci fosse, si trattava per lo più di carne di pollo o di maiale. La popolazione di ceto più alto invece godeva di banchetti pregiati a base di cibi come antipasti, brodi di gallina, carni arrosto, timballi, salumi e dolci.
La Panarda nasce quindi come momento di aggregazione in cui il ceto più alto donava un momento di gioia a tutti coloro che durante l’anno soffrivano la fame. Il banchetto durava per molte ore e a tavola venivano servite più di cinquanta portate. Una vera orgia alimentare se si pensa al contesto in cui avveniva. Un momento in cui ci si dimenticava di tutte le fatiche dell’anno passato e si gioiva con piatti tipici abruzzesi che difficilmente si sarebbero visti altrimenti sulle tavole di molti.
Sulla scelta del nome varie sono le interpretazioni ma pare che la più probabile sia da ricondurre a una delle portate del banchetto: Pane e lardo che in lingua volgare sarebbe Pane e lard, quindi Panarda. La data dei festeggiamenti invece coincideva con il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate protettore degli animali da cortile. Non solo, questo periodo era solitamente il momento in cui si uccideva il maiale e quindi il periodo dell’anno in cui le dispense erano più ricche e permettevano quindi di gustare più piatti.

Personaggi e funzionamento
Ultimamente questa antichissima tradizione sta tornando alla ribalta attirando sempre di più l’attenzione sulla sua storia ma anche sui personaggi che la caratterizzano.
La Panarda ha infatti un funzionamento ben preciso grazie alla presenza di alcuni personaggi che ne scandiscono ogni passaggio. Innanzitutto i commensali sono seduti tutti dallo stesso lato del tavolo e non hanno possibilità di scegliere il proprio posto che in realtà viene sorteggiato. Lo spazio che si crea al centro della sala lascia quindi lo spazio ai ballerini e ai vari personaggi che allietano l’evento.
La persona che “offre” il banchetto viene chiamato “Panardiere” e ha il compito di introdurre ogni portata. Al suo fianco il “Battitore” cioè colui che scandisce l’ingresso di una nuova portata. Un tempo a ogni portata corrispondeva un colpo di cannone, oggigiorno invece al suo posto troviamo un colpo di tamburo. Altra figura molto interessante è il “Guardiano di Panarda”, colui che vigila sui commensali assicurandosi che tutte le portate vengano consumate. Con fare minaccioso e con il mattarello in mano (un tempo con un fucile scarico), sorveglia tutti i commensali minacciando e deridendo chi abbandona la maratona culinaria senza arrivare al termine.
La Panarda diventa quindi un momento di unione e gioia condita da piatti della tradizione abruzzese e buon vino che non manca mai!

Ricette della Panarda
Le ricette della Panarda sono varie, il menù infatti non è mai fisso. Di solito però si segue una logica ben precisa nell’ordine in cui servire le portate che ricordiamo sono mediamente cinquanta.
Ad aprire le danze sono gli antipasti, seguono poi le zuppe e i brodi di carne, il lesso e i salumi tipici. Poi è la volta dei primi piatti tra cui spiccano gli immancabili maccheroni alla chitarra. E ancora i secondi con l’agnello cacio e uova, i formaggi freschi e stagionati. Il tutto altalenato con i decotti che permettono con due pause da circa 15 minuti di digerire prima di riprendere il banchetto. A concludere poi i dolci tra i quali spiccano le Sise delle monache e le neole.
Personalmente ho avuto modo di vivere la Panarda nella splendida cornice del Castello di Chiola di Loreto Aprutino. Un’esperienza magica esaltata anche dalla presenza dei ballerini abruzzesi e dalla famosa Orchestra Popolare del Saltarello. Di certo una serata indimenticabile sotto ogni punto di vista. L’esaltazione di una tradizione importantissima nella storia d’Abruzzo, un momento di aggregazione che con una lunga tavolata unisce e non divide. A pensarci una tradizione antica da cui ancora oggi avremmo molto da imparare!
*Supplied by Abruzzo Food Experience – Educational Tour organizzato dalla Camera di Commercio Chieti Pescara in collaborazione con Abruzzo Travelling

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Foto copertina: Lucas Vinicius Peixoto on Unsplash