Mangiare in viaggio – Quando ho letto per la prima volta il blog di Selene e Stefano, Viaggi che mangi, ho pensato a quanto azzeccato il connubio tra viaggi e cibo fosse.
Da ragazzina ho sempre avuto un rapporto strano con il cibo. Schizzinosa, poco volta a provare piatti nuovi e poco curiosa. Non avevo mai considerato quanto invece mangiare in viaggio fosse fondamentale per venire a contatto con il luogo che si visita.
Ero una novellina, non viaggiavo e non sapevo cosa mi stavo perdendo.
Da quando invece ho cominciato a viaggiare mi sono accorta che trovare i piatti da mangiare i viaggio è diventata una necessità, una vera passione.
Così mi sono incuriosita non poco al blog di questi giovani viaggiatori appassionati anche di cibo. L’enogastronomia è ciò che più caratterizza una terra e non considerare questa parte come fondamentale durante un viaggio sarebbe un grave errore.
Per fortuna molti sono i viaggiatori sempre alla ricerca dei piatti tipici di un luogo da mangiare in viaggio ed è anche a loro che il blog di Selene e Stefano si rivolge. Se poi ci aggiungete che Selene, l’unica metà del blog che ho conosciuto di persona, è un mix di carisma, allegria, professionalità e sorrisoni, allora il gioco è fatto. Non si può non amarli! Insomma, io ho già l’acquolina in bocca, voi cosa aspettate?
Mangiare in viaggio: 4 chiacchiere con Selene!
Ciao Selene benvenuta nel salotto di Oltre le parole. Allora, parlaci di te e di com’è nata l’idea del tuo blog.
Ciao Simona! Intanto grazie mille per l’ospitalità, è davvero un onore prendere parte a questa tua bellissima rubrica! Grazie davvero! Bè, l’idea del blog è nata un po’ per caso… Mi ero da poco laureata in magistrale e cercavo annunci di lavoro su internet: a un certo punto sono finita su un sito in cui veniva spiegato come fare per aprire un blog di viaggi. Mi sono illuminata e ho pensato “perché non provarci!?”.
Il viaggio ha sempre fatto parte della mia vita: con una mamma di origine americana e un papà che da giovane si era trasferito a Genova da Gaeta per lavoro, non poteva che essere altrimenti!
Pensa che quando ero piccolina mettevo via i soldini dei regali per fare un viaggio da sola negli Stati Uniti a 18 anni… e ce l’ho fatta, eh! Durante gli anni del liceo andavo a consegnare volantini il sabato pomeriggio per qualche spicciolo e grazie ai regalini extra allungati da nonne e zie, a 18 anni ho passato i miei primi 15 giorni in giro per la costa est degli Stati Uniti facendo tappa tra le case dei miei cugini sparsi qua e là!
Da quando ho incontrato Stefano, poi, abbiamo iniziato a viaggiare sempre più spesso. Ogni scusa era buona per partire, fosse solo per un weekend o per una gita fuori porta domenicale. Solitamente la nostra “scusa” preferita sono le sagre! Ci piace mangiare e si vede!
Da qui è nata l’idea di Viaggi che mangi: raccontare i posti che visitiamo, dare consigli utili ai lettori senza mai dimenticare la parte golosa di un viaggio. Mangiare, secondo noi, non è solo un piacere irresistibile, ma anche un modo per entrare ancora più in contatto con la cultura di un luogo.
Secondo te qual è l’aspetto più difficile da capire del nostro “mondo” per chi non ha la nostra stessa passione?
Che domanda difficile… Spiegare ad amici e parenti cosa faccio e perché lo faccio è sempre un incubo. C’è chi pensa che perda tempo davanti al pc, chi crede che non abbia voglia di “lavorare per davvero” e chi pensa che voglia solo scroccare viaggi gratis… Fortunatamente però c’è anche chi apprezza! C’è chi mi sostiene e segue sempre, chi mi chiede consigli e chi mi ringrazia per aiutarlo a sognare posti più o meno lontani che non ha mai visto.
Purtroppo il mondo dei blogger, soprattutto quelli del settore travel, è poco compreso in Italia. È difficile far capire il valore che i nostri post, ad esempio, possono portare e soprattutto non si comprende esattamente la mole di lavoro che c’è dietro ad ogni pagina scritta.
Dietro a un articolo c’è davvero tantissimo impegno e, soprattutto, tantissimo tempo.
Non è solo andare in giro a divertirsi: essere travel blogger significa studiare e impegnarsi per poter raccontare una destinazione.
Qual è il primo ricordo legato a un viaggio che ti viene in mente?
Quando qualcuno mi fa questa domanda penso sempre alla prima volta negli Stati Uniti. Avevo 6 anni quindi i miei ricordi sono un po’ confusi, ma c’è una cosa che ho stampata nella memoria con chiarezza: ero sulle Torri Gemelle, guardavo giù le macchine e le persone che apparivano minuscole e urlavo euforica ai miei genitori: “ehi, guardate… laggiù ci sono le micro machine!”.
Credo che quel viaggio mi abbia segnata indelebilmente. Devo ringraziare i miei genitori se oggi amo viaggiare così: mi hanno sempre portata in giro per il mondo mostrandomi la bellezza di ogni cosa!
Viaggiando ti è mai capitato di scoprire una meta che secondo te viene sottovalutata?
Non sai quante!
Parlo in primis dei Balcani: sono 2 anni (e questo sarà il terzo!) che durante l’estate ci sediamo in macchina e viaggiamo on the road in queste terre. È vero che ultimamente stanno diventando “di moda”, ma ancora non ho ben capito se la gente abbia compreso davvero la bellezza intrinseca di queste terre o se sia solamente questione di una tendenza momentanea. La bellezza dei Balcani non è solamente il bel mare in Albania o i pochi turisti in Bosnia ed Erzegovina. Si tratta di terre ricche di storie e di cultura, sono Paesi in cui ogni cosa sa di scambio e multiculturalità. Sono luoghi da cui dovremmo assorbire l’idea che convivere è possibile… nonostante tutto!
Anche in Italia, ovviamente, è pieno di posti sottovalutati… penso a Foggia dove siamo state in blog tour insieme! Chi se l’aspettava tanta bellezza?!
Se ti chiedessi qual è una meta che sogni da tempo, cosa ti verrebbe in mente in questo preciso momento?
Così su due piedi ti direi il Messico… è uno dei miei grandi sogni! Ma anche l’Islanda per vedere l’aurora boreale!
Come scegli la destinazione dei tuoi viaggi?
Generalmente io e Stefano scegliamo le destinazioni dei nostri viaggi in base al budget. Capita spesso che si decida una meta a seconda delle offerte più economiche per il volo.
In ogni caso prima di scegliere definitivamente cerchiamo sempre di farci un’idea del costo della vita, di quello necessario per raggiungere la destinazione e del prezzo degli hotel.
C’è un aneddoto legato a un viaggio a cui sei particolarmente legata?
Ce ne sarebbero mille, ma dall’anno scorso ce n’è uno in particolare che credo mi abbiamo davvero cambiato la vita. Non è un aneddoto divertente, ma mi fa piacere raccontarlo a te e ai tuoi lettori…
Il 14 agosto 2018 io e Ste eravamo in partenza per i Balcani: la nostra prima tappa era Treviso così da spezzare il viaggio per Zagabria. Quella mattina ci siamo attardati parecchio e alle 11 eravamo ancora a casa. Prima di partire Stefano ha insistito per prendere un po’ di focaccia per il viaggio. Non ero convinta, ma l’ho accontentato. Probabilmente se avessi detto no, ci saremmo trovati sul Ponte Morandi proprio nel momento del crollo.
Da casa mia era l’unica via per imboccare l’autostrada e in 5 minuti ci si trovava sul ponte. Lo scontrino, che ancora conserviamo, segna le 11.38: due minuti dopo il crollo. Se non fossimo stati nel panificio, saremmo stati sul ponte.
Destino, miracolo, coincidenza… chiamalo come vuoi. Quel viaggio non è stato semplice: un po’ di domande se partire fosse giusto o meno, la consapevolezza che la vita è una ed è così fragile… Ogni cosa in quel viaggio l’ho vista in maniera diversa. Non so dirti esattamente come, ma in assoluto diversa. Forse un po’ più consapevole.
Secondo te quanto è difficile riuscire a trasmettere a chi legge le emozioni legate al viaggio, piuttosto che fornire informazioni utili e basta?
Io cerco sempre di fare entrambe le cose.
Credo che le informazioni utili siano indispensabili. L’utente ha delle domande a cui vuole dare delle risposte: è per quello che cerca su Google.
In ogni articolo, però, voglio sempre raccontare anche le mie esperienze personali, dire se una cosa mi è piaciuta o meno e di spiegarne il perché. L’emozione che ognuno di noi prova in viaggio non è ripetibile, è unica, ma di certo il suo racconto può aiutare altri a capire se quella destinazione fa per lui o meno.
Ammiro molto chi cerca di fare della propria passione anche il proprio lavoro. Anche io nel mio piccolo cerco ogni giorno di avvicinarmi sempre più alla realizzazione del mio sogno. Mi accorgo però che siamo sempre più là fuori. Cosa suggerisci a chi si affaccia a questo nuovo mondo?
Di farlo con passione, di non pensare che il travel blogging sia scroccare viaggi gratis e di impegnarsi tanto e con costanza. Suggerisco di studiare in continuazione e di lasciarsi guidare dalle proprie idee anche se possono rivelarsi sbagliate. Consiglio di ascoltare chi ha più esperienza, ma di non farsi mai convincere che il metodo di altri sia infallibile. Infine mi sento di suggerire di cercare una nicchia a cui rivolgersi e di essere utili sempre, anche con i propri semplici racconti.
Potresti suggerirci 3 blog che segui e leggi volentieri?
Certo! Io seguo sempre:
Vologratis: credo che Andrea sia davvero un esempio da seguire, sia in termini di bravura e capacità nel lavoro che fa, sia in termini di umiltà e garbo.
Viaggiare con gli occhiali: il blog di Giulia è chiaro, semplice e davvero utile.
Stamping the world: ho conosciuto Stefania in un blog tour e la sua semplicità è disarmante. Il suo blog la rispecchia in pieno e il suo modo di raccontare è davvero coinvolgente.
Grazie Selene per questa bella chiacchierata! Non ditemi che adesso non vi è venuta una gran voglia di andare alla scoperta di tutti i piatti tipici da mangiare in viaggio e di partire sempre per mete nuove e meravigliose!
Per seguire Selene e i suoi viaggi non perdetevi il suo blog e i suoi canali social:
Web: Viaggi che mangi
Facebook: Viaggi che mangi
Instagram: Viaggi che mangi
Per le altre interviste in casa Oltre le parole visita la sezione “Quattro chiacchiere con…”.
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