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Home > Asia > Scalare l’Adam’s Peak : la montagna sacra dello Sri Lanka

    Scalare l’Adam’s Peak : la montagna sacra dello Sri Lanka

    vista dall'alto della montagna

    Tra le cose da fare in Sri Lanka merita sicuramente una menzione la scalata all’Adam’s Peak. Conosciuto anche come Picco di Adamo o Sri Pada, è la montagna sacra dello Sri Lanka.

    Una tappa che seppur meno battuta, comincia ad attirare pellegrini di tutto il mondo. Già perché più che un trekking, quello al Picco di Adamo è un vero pellegrinaggio.

    In questo articolo scoprirete il punto migliore e il periodo migliore per iniziare la scalata, l’equipaggiamento necessario e qualche informazione utile da tenere a mente.

    In questo articolo

    • Cos’è l’Adam’s Peak, la montagna sacra dello Sri Lanka
    • Quando scalare l’Adam’s Peak
    • Da dove partire per scalare l’Adam’s Peak
    • Come vestirsi per la scalare l’Adam’s Peak
    • Cosa portare con sé per la scalata
    • Cosa fare in cime all’Adam’s Peak, la montagna sacra dello Sri Lanka
    • Perché scalare l’Adam’s Peak la montagna sacra dello Sri Lanka
      • La devozione del popolo dello Sri Lanka
    • Info utili per scalare l’Adam’s Peak la montagna sacra dello Sri Lanka

    Cos’è l’Adam’s Peak, la montagna sacra dello Sri Lanka

    Sri Pada, questo è il nome originale della montagna sacra dello Sri Lanka. Letteralmente Sri Pada significa “impronta sacra”. Sulla sommità del monte infatti è stata ritrovata un’impronta nella roccia che è ormai diventata sacra. Secondo i buddisti l’impronta è da attribuire a Buddha, secondo gli Induisti a Shiva e secondo musulmani e cristiani ad Adamo.

    Con i suoi 2,243 m il Picco di Adamo non è il monte più alto dello Sri Lanka, ma nel tempo i pellegrini lo hanno reso sicuramente il monte più visitato dello Stato.

    Quando scalare l’Adam’s Peak

    Il periodo migliore per visitare la montagna sacra dello Sri Lanka, è quello che va da Dicembre a Maggio. In questo periodo infatti il rischio di incontrare pioggia diminuisce e il pellegrinaggio risulta più piacevole.

    Il numero di persone che ogni giorno si accinge a scalare il Picco di Adamo è davvero enorme. I pellegrini locali prediligono i weekend o i giorni festivi.

    Sono da evitare ad esempio i giorni di luna piena (considerati festivi dai buddisti) e i giorni del capodanno singalese (metà aprile circa). Il numero di persone elevato potrebbe infatti rendere la scalata quasi impossibile.

    Viste le temperature alte, la scalata all’Adam’s Peak si effettua solitamente in notturna. Partendo tra la mezzanotte e le due del mattino si riesce ad arrivare in cima in tempo per l’alba.

    Se cercate l’Adam’s Peak su google maps vi dirà che il tempo stimato per arrivare in cima è di circa due ore. Non fidatevi! In realtà ci vogliono dalle 3 ore e mezza alle 5 ore in base all’affluenza del momento per raggiungere la cima della montagna sacra!

    la montagna sacra dello Sri Lanka
    Adam’s Peak

    Da dove partire per scalare l’Adam’s Peak

    Scalare il Picco di Adamo significa percorrere una strada non asfaltata alternata a gradini sconnessi e di diverse dimensioni. Il numero di scalini che conducono all’Adam’s Peak è di circa 5000 a tratta. Il consiglio è quindi di alloggiare il più vicino possibile all’inizio del percorso. Ogni cm risparmiato è un cm guadagnato durante la scalata!

    Il villaggio di Dalhousie è a mio parere la scelta ottimale per dormire a due passi dall’Adam’s Peak. La mia guest house Slightly Chilled, carina ma spartana, distava solo pochi metri dall’inizio del percorso e anche al ritorno è stato molto piacevole avere la doccia a portata di mano appena terminata la discesa.

    Il villaggio non è molto grande, quindi ricordatevi di prenotare in anticipo per trovare una sistemazione. L’affluenza è sempre elevata e potreste rischiare di non trovare posto.

    Come vestirsi per la scalare l’Adam’s Peak

    Strati è decisamente la parola d’ordine. Partire alle due notte significa iniziare la scalata con temperature medio alte. Il percorso è totalmente in salita e una volta raggiunta la cima il freddo sarà molto pungente.

    Il consiglio è di partire con una T-shirt e una felpa oppure con una maglia termica, pantaloni lunghi o almeno a tre quarti, giacca, sciarpa e cappello. Durante il percorso potrete non avere bisogno di tutti questi strati ma una volta arrivati in cima vi serviranno eccome!

    Le scarpe da ginnastica o da trekking sono un must. Vedrete una moltitudine di pellegrini locali salire con le infradito ma ricordate che il percorso è fatto di strade sterrate, di gradini non uniformi e di un percorso a volte non troppo agevole.

    Nessuna paura però, non è un trekking difficile e non ci sono arrampicate da fare.

    ai piedi della montagna sacra dello Sri Lanka
    Adam’s Peak

    Cosa portare con sé per la scalata

    Durante il periodo che va da Dicembre ad Aprile, quindi durante il periodo del pellegrinaggio, il percorso è illuminato e disseminato di piccole bancarelle che vendono di tutto.

    Il consiglio è quindi di portare il minimo indispensabile. Una bottiglia d’acqua e magari qualche snack sono più che sufficienti. Se doveste avere bisogno di altro cibo potrete tranquillamente acquistare biscotti, roti o bevande ad una delle bancarelle. Certo i prezzi saranno leggermente più alti man mano che si sale ma si tratta comunque di prezzi abbastanza irrisori.

    Anche la torcia non è necessaria perché il percorso è ben illuminato.

    Cosa fare in cime all’Adam’s Peak, la montagna sacra dello Sri Lanka

    Man mano che si sale il percorso diventa sempre più stretto. La parte finale è infatti interamente costituita da due rampe di scale: una per salire e l’altra per scendere.

    Una volta arrivati in cima al Picco di Adamo vi troverete davanti una piccola costruzione, una sorta di Tempio che custodisce l’impronta sacra. Ricordate che in quanto luogo sacro per accedervi dovrete togliervi le scarpe in segno di rispetto.

    Secondo la tradizione dovrete poi suonare la campana posta sulla sommità. Un rintocco per ogni volta che siete giunti fino in cima, a testimonianza della grande devozione di ogni fedele.

    Il piccolo tempietto è circondato all’esterno di una sorta di gradinata dalla quale è possibile ammirare lo spettacolo dell’alba. Molti pellegrini cercano di arrivare presto proprio per accaparrarsi un posto con vista. Il numero delle persone è così elevato che spesso i posti sono esauriti già dalle due di notte ed è difficile riuscire a trovare anche solo un posticino per stare in piedi.

    Io ad esempio non riuscii a trovare un posticino seppur piccolo e decisi quindi di incamminarmi di nuovo verso la strada del ritorno salvo trovare un piccolo punto panoramico lungo il percorso e ammirare l’alba anche se non dalla cima.

    Certo vedere l’alba dalla cima del Picco di Adamo sarebbe stato il vero sogno, ma vi accorgerete scalando l’Adam’s Peak, che in realtà non è la vista la vera protagonista del pellegrinaggio. Arriverete in cima e apprezzerete il percorso che avete fatto, un percorso interiore che non vi aspettavate di compiere e che invece compierete nonostante tutto!

    campana in cima al monte sacro in Sri Lanka
    Campana posta in cima all’Adam’s Peak

    Perché scalare l’Adam’s Peak la montagna sacra dello Sri Lanka

    Sin da quando ho cominciato ad organizzare il mio viaggio di due settimane in Sri Lanka, il desiderio di scalare l’Adam’s Peak era fortissimo. Mi affascinava la parte religiosa della scalata più che il trekking in sé.

    Continuo infatti a credere che nonostante la vista all’alba dall’alto del Picco sia estremamente bella, non è per la vista che ricorderò questa esperienza. Si tratta più che altro di un percorso interiore. Strano per una come che non è così devota, trovarsi a scrivere ad oggi di questo percorso interiore. Ma la verità è proprio questa, all’epoca ero fermamente convinta che l’esperienza della scalata del Picco di Adamo andasse fatta e ad oggi non posso che esserne ancora più sicura.

    Il numero di persone che a passo lento o veloce mi ha fatto compagnia durante il percorso è un’immagine indelebile. Ricordo perfettamente bambini di ogni età, dai più piccoli ai più grandi, che passo dopo passo si avvicinavano sempre di più a quel luogo per loro così sacro. Ricordo i genitori stremati che non solo dovevano salire gradini su gradini, ma dovevano anche portare bimbi piccoli nelle fasce o a cavalcioni. E ricordo bene le persone anziane, un numero incredibile di persone che con bastoni o stampelle improvvisate si trascinavano avanti incuranti della fatica e dello sforzo.

    Non mi aspettavo di trovare così tante persone. Di turisti se ne vedono pochi, ma di pellegrini ce ne sono così tanti che è difficile trovare un numero certo per quantificarli. Così al ritorno dalla scalata chiesi alla guida che mi accompagnava durante il viaggio, come mai ci fossero così tante persone con ovvi problemi motori. Chiesi molto ingenuamente cosa potesse spingere queste persone ad arrampicarsi su per 5ooo gradini per arrivare alla sommità della montagna sacra allo stremo delle forze.

    La risposta che mi fu data mi lasciò senza parole.

    La devozione del popolo dello Sri Lanka

    Il popolo dello Sri Lanka è un popolo molto devoto. I tantissimi Templi, le stupe, le offerte ai monaci, tutto questo avrebbe dovuto già rispondere alla mia domanda. La devozione che si ha verso la religione, qualunque essa sia, è disarmante.

    Proprio secondo la religione infatti, per evitare catastrofi o brutti eventi bisogna pregare. Bisogna dimostrate la propria devozione in ogni modo possibile. Solo così facendo si riuscirà a scampare a tragedie e incidenti.

    Inutile provare a dire che in realtà le cosa capitano lo stesso. Ci sarà sempre una spiegazione per loro plausibile a sostenere che non è affatto così.

    Tutto questo mi ha fatto pensare. Mi ha fatto riflettere e mi ha fatto apprezzare ancora di più l’esperienza unica della scalata dell’Adam’s Peak, la montagna sacra dello Sri Lanka!

    pellegrinaggio notturno in Sri Lanka
    Pellegrini lungo la scalata dell’Adam’s Peak

    Info utili per scalare l’Adam’s Peak la montagna sacra dello Sri Lanka

    Veniamo ora ad alcune info pratiche che è bene sapere prima di scalare lo Sri Pada.

    • ai piedi dell’Adam’s Peak scorre il fiume Seetha gangula. Numerosissimi sono i pellegrini locali che prima di iniziare la scalata del picco di Adamo si immergono nelle acque in segno di purificazione;
    • troverete anche molti monaci o pseudo tali, che per qualche soldo vi faranno una sorta di benedizione legandovi un braccialetto di spago al polso;
    • durante il percorso è possibile sostare presso le numerose aree di ristoro poste ai lati del sentiero. Spartane ma utili per una sosta o per una tazza di tè caldo; le aree di ristoro sono anche attrezzate con i bagni. Non li ho provati personalmente ma ad occhio vi dico: spirito di adattamento!
    • non abbiate paura degli altri pellegrini. Sono tutti spinti da un forte senso di religiosità e se vi chiederanno da dove venite e come mai state anche voi facendo la scalata al Picco di Adamo, siate gentili e rispondete con sincerità. Non chiedono altro che conoscervi e scambiare quattro chiacchiere. Sono loro una componente importante della scalata non dimenticatelo.
    scalata del Picco di Adamo

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    91 Commenti
    Luoghi religiosiTrekking e natura
    Simona - Oltre le parole blog
    Ciao sono Simona, con un consiglio al giorno scovo la bellezza anche dove non la vedi. Racconto di curiosità, tradizioni ed esperienze dalla Costiera Amalfitana al mondo!
    • Il valore doppio della prima lettera dell’alfabeto: A&A si raccontano!

    • Un viaggio meraviglioso: quello alla scoperta del Mondo secondo Gipsy!

    91 Commenti

  • Rispondi Erica a

    Non ce la siamo sentita di affrontare l’Adam’s Peak, avremmo corso davvero il rischio di un embolo! 😂 Deve essere stata davvero un’esperienza eccezionale ma credo che un po’ di preparazione sia necessaria, almeno a livello fisico

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Io ci ho pensato tanto Erica ma alla fine ho deciso di farlo. In realtà non mi sono preparata per niente mi credi? Mi ero ripromessa di prepararmi ma tra una scusa e l’altra non riuscii ad andare in palestra né a fare sport di alcun tipo. Feci tutta la scalata a passo lento, senza fretta e senza correre. Ogni ora mi fermavo ( senza sedermi perché temevo che non aiutasse) per due minuti e poi ripartivo. MA io veramente l’ho affrontata senza preparazione alcuna. Certo il giorno dopo accusavo un po’ le gambe ma nulla che mi abbia toccato troppo a dire il vero. 😉

  • Rispondi Francesca a

    Una cosa molto affascinante che non conoscevo affatto. Certo, 5000 scalini è un buon allenamento, altro che step XD Ma l’impronta, non l’hai fotografata?!?! 😉

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Purtroppo niente foto. C’era così tanta folla che non l’ho neppure vista l’impronta, non si riusciva a muoverci o a camminare. Ho vista l’alba che ero già verso la strada del ritorno. PErò la campana l’ho suonata! 😉

  • Rispondi Noemi a

    Sai che non conoscevo assolutamente questa montagna sacra? Come al solito i tuoi articoli sono utili e dettagliati, e al contempo riesci a trasmettere l’emozione che hai provato facendo questa scalata. Sempre più brava, Simona.

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Grazie davvero infinite Noemi! Le tue parole sono un regalo prezioso <3

      • Rispondi Elisa a

        Mi ispira molto questo Parse e le scalate in generale, quindi anche questa! Mi stavo giusto chiedendo come potessimo farcela con 2 bimbi piccoli quando ho letto che tu ne hai incontrati molti lungo l’ascesa! Chissà che vederli infonda un po’ di spirito di adattamento anche ai miei pargoli!!

  • Rispondi chiara a

    Che meraviglia Simona!!! Lo Sri Lanka è una terra che mi affascina molto, e questa escursione deve essere magnifica!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Chiara! E’ stata un’esperienza indimenticabile per davvero. Un trekking, un pellegrinaggio che ti porta a contatto con un senso di religione così forte che non può non colpire!

  • Rispondi Anna a

    In viaggio non facciamo mai escursioni così impegnative, anche se pure in città riusciamo a camminare parecchio!! Però wow, direi che ne vale sicuramente la pena!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Sì Anna ne è vale assolutamente la pena. Ti assicuro. Io non mi ero neppure preparata fisicamente ma alla fine è stata veramente più un’esperienza interiore che altro. Non dimenticherò mai quella notte!

  • Rispondi Lost Wanderer a

    Che esperienza meravigliosa che hai vissuto!! Non mi sono mai cimentata nella scalata di una montagna, per di più ricca di storia e cultura come questa, ma ti faccio tanti complimenti per la voglia e la dedizione!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Di quale montagna si tratta? Adesso sono molto curiosa! Per me è stata un’esperienza unica e immagino che anche per te resterà indimenticabile!

  • Rispondi Virginia a

    Il tuo racconto, la descrizione del “viaggio interiore” che è stato questa scalata mi ricordano molto la nostra esperienza sul monte Fuji, in Giappone. Anche quello un pellegrinaggio, un percorso, una sorta di piccola impresa personale, di viaggio nel proprio io a scrutarne i limiti, a superarli, ad accettarli. Forse non sono una persona devota (io, Leo lo è decisamente di più), ma quella scalata per me è stata un’introspezione profonda che mi ha confermato cose di me che sapevo, mi ha svelato cose che non conoscevo e ha portato in superficie alcune cose che conoscevo ma non interamente.

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Virginia ti capisco perfettamente. Anche per me è stato così. Non sono una persona troppo credente, o meglio una volta ero molto più praticante ma poi piano piano sento che mi sono allontanata. Eppure qu lpercorso interiore di cui parli l’ho sentito forte e dirompente e non lo dimenticherò mai!

  • Rispondi Hang Around The World a

    Mai sentita nominare questa montagna ma so che lo Sri Lanka è una terra piena di fascino! Il percorso sembra qualcosa che mi possa affascinare molto e la vista da lì su è strepitosa. Grazie del post! – Paolo

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Paolo! Ti assicuro che la vista è incredibile ma anche il percorso merita davvero tanto. Alla fine io non sono riuscita a vedere l’impronta e neppure l’alba dall’alto a causa della folla. Ma nonostante tutto è una delle esperienze più belle che abbia mai fatto e che rifarei sicuramente! 🙂

  • Rispondi Valentina a

    Sono molto belli questi viaggi. In effetti il messaggio che ti hanno lasciato sulla loro fede è giusto, noi occidentali ce ne siamo un po’ dimenticati (anche io eh) ma nei popoli orientali è ancora molto sentito. Ho visto la stessa devozione anche in Thailandia, forse ci aiuteranno loro a non far scomparire il mondo.

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Valentina! Anche io non sono più molto religiosa, eppure la loro devozione è qualcosa che ti trascina, ti supporta e non ti nego che è anche grazie a tutti i pellegrini incontrati lungo la strada che sono arrivata fin su. Una forza incredibile!

  • Rispondi anna di a

    Avevo sentito parlare di questa montagna ed era nella mia lista di viaggio per lo Ski Lanka, ma non ci sono più andata. I 5000 scalini mi fanno un po’ paura, ma credo che passo alla volta, lentamente, forse, ce la posso fare. Il peggio è se fa tanto caldo. Comunque credo che dopo averli fatti tutti sia una gioia immensa, sia per il paesaggio che per la sfida vinta

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Anna! Arrivare in vetta è una sensazione unica. Una conquista, una vittoria con se stessi. Per me è stato molto emozionante. Salire piano piano e vedere tutti quei pellegrini così devoti è stato uno stimolo per raggiungere l’obiettivo ma soprattutto è stata un’esperienza molto sentita!

  • Rispondi Giorgia a

    Un pellegrinaggio che in una sola vetta riunisce le principali religioni monoteistiche, in pratica.
    Ci credo, ci credo profondamente, che al di là dello splendore della vista dall’alto, la cosa significativa sia il percorso! Se andremo in Sri Lanka, certamente proveremo (magari dopo un po’ di allenamento precedente, ma se si fa entro le 5 ore, mi sentirei comunque di affrontarlo in tranquillità).

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Giorgia! 5000 scalini sono e sembrano tanti. MA anche senza preparazione fisica sono arrivata in cima senza troppo sforzo. Basta salire delicatamente e senza correre. Certo il giorno dopo le gambe un po’ si facevano sentire ma ti assicuro che l’esperienza ne vale sicuramente la pena!

  • Rispondi Giovy a

    Ho un bruttissimo rapporto con le scale ma bellissimo con le montagne. Ho fatto dei trekking in zona tropicale e mi hanno ammazzata per via del caldo e, soprattutto, dell’umidità. Mi segno la tua esperienza. Si sa mai che vada in Sri Lanka e riprovi l’ascesa tropicale.

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Sai Giovy io invece ho sempre avuto un bruttissimo rapporto con il trekking in sé. Salite, scale, equilibrio. Tutte cose che sono lontane da me mille miglia. Eppure questa volta sapevo di dover vivere l’esperienza. E anche senza essermi allenata (una sprovveduta sono lo ammetto) sono arrivata su quasi con facilità. Ho mantenuto un passo lento e costante e non mi sono mai seduta. Fermata a prendere fiato sì, ma mai seduta. Il giorno dopo le gambe un po’ le sentivo ma nulla di particolare. Mi aspettavo di peggio. Forse hanno veramente ragione loro, la fede aiuta sempre!

  • Rispondi Cath a

    Wow, è interessantissimo! Non sapevo ci fossero così tante scale, io sarei morta dopo 10 scalini. Non ho molta resistenza ma mi piace camminare all’aria aperta

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      La parte iniziale non è fatta solo di scale. Un po’ si cammina sullo sterrato e un po’ si fanno le scale. Però poi da metà circa sono solo scale e lì un po’ si sente la salita. Però ti dirò, io da sprovveduta quale sono alla fine non mi era preparata minimamente ma sono arrivata in cima senza troppi problemi 😉

  • Rispondi Cinzia a

    Dev’essere un’esperienza indescrivibile… Mi immagino un cammino silenzioso, di pace, di tranquillità… Fisicamente non so se sarei in grado di affrontarlo ma di sicuro ne varrebbe la pena!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Cinzia. In realtà date le tante bancarelle e il numero di pellegrini non era poi così silenzioso! 😉 Comunque io alla fine riuscii a salir senza troppi problemi e non mi ero allenata quindi credo che a passo lento ce la si possa fare. 😉

  • Rispondi Denise a

    Che esperienza mozzafiato! Mi è venuta voglia di andare in Sri Lanka, e pensare che sono tornata da poco da Bali!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Un’esperienza davvero unica. Se ci vai te la suggerisco!

  • Rispondi Dani a

    5000 scalini sono veramente tanti… complimenti per la scalata, me è sicuramente valsa la pena! Chissà che soddisfazione quando sia arriva in cima!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Un percorso meraviglioso. Sia per la vista che per le emozioni che ha suscitato!

  • Rispondi Viaggiatori per Caso a

    Da grande appassionata di montagna e scalate, sicuramente se mai andrò in Sri Lanka non mi farò sfuggire questa occasione. Inoltre suonare la campana ha sicuramente un significato spirituale che renderebbe l’esperienza ancora più significativa.

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Hai ragione! Sentire qual din ha il suo perché. E non hai di quante persone abbiano suonato più rintocchi! Pellegrini che fanno la scalata ogni anno o anche più volte in un anno!

  • Rispondi Valeria a

    Non me la sentirei di fare I 5000 gradini, ma la scalata deve essere indimenticabile anche per la componente di sforzo personale che dà valore alle cose fatte, ed assume un significato di purificazione perchè è un desiderio di superamento dei propri limiti.

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Valeria! Ti assicuro che alla fine è stato più facile del previsto. Ma sì la scalata ha doppio valore veramente!

  • Rispondi Raffi a

    Non sapevo nulla di questa montagna e del pellegrinaggio. Mi è piaciuto scoprirlo. Grazie

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ne sono felice! 😊

  • Rispondi Stella a

    Mi piace molto leggere i tuoi post, raccontano paesaggi lontani ed esperienze vissute anche se io non tipo da scalata.

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Grazie mille Stella! Una scalata non troppo impegnativa devo ammettere ma sicuramente emozionante! 😉

  • Rispondi Valentina a

    Ciao Simona, lo Sri Lanka è un Paese che mi affascina ormai da un paio di anni!!! Spero tanto di visitarlo presto! Non avevo mai sentito parlare di questo percorso.. sicuramente lo includerò nell’itinerario semmai dovessi partire 🙂

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      E’ una terra veramente stupenda. Spero che tu possa andarci presto Valentina. La scalata è un trekking abbastanza facile ma sono davvero le emozioni che la fanno da padrone! 😉

  • Rispondi Sara Chandana a

    Ho una passione per le montagne sacre e, leggendo il tuo post, mi è venuta voglia di scalare l’Adam Peak. Mi sono ricordata delle montagne sacre scalate in India, del fiatone e della fatica ma, come dici tu, è stato (pure per me) un percorso interiore. Ogni volta.
    Un abbraccio. :*

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Il percorso è davvero emozionante ed è soprattutto un percorso interiore. So che tu Sara puoi capirmi ancora di più. Un abbraccio grande a te! <3

  • Rispondi Make up addicted a

    Sembra un percorso molto faticoso, ma per gli amanti del trekking è perfetto

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      E’ davvero bellissimo. Io pur non essendo allenata sono riuscita a farlo senza troppa fatica 😉

  • Rispondi Sabina a

    Non avrei inserito la scalata del monte nel viaggio in Sri Lanka, non sono tipo da scalate. Dal tuo post però l’esperienza è senza dubbio fantastica.

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Sabina! Non so perché però io invece ho sempre voluto farlo e anche non essendo sportiva o allenata è andato tutto bene! 😉

  • Rispondi Dany M a

    Un’esperienza direi da non perdere! Così riesci ad entrare in contatto con la natura .

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Con la natura e soprattutto con se stessi! 😉

  • Rispondi sabrina barbante a

    mamma che figa la Simo quando fa e racconta queste sue avventure super epiche! Qual è il posto più vicino per atterrare e qual e volo hai preso per lo sri lanka?

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Sabri così mi fai montare la testa! Addirittura epica e figa nella stessa frase 😉 Il viaggio in Sri Lanka è stato indimenticabile e mi ha permesso di vivere esperienze che non avrei mai immaginato prima. Però non so perché, fin dall’inizio ho organizzato il tour di due settimane includendo l’Adam’s Peak o lo Sri Pada, come si voglia chiamare. Il mio quindi è stato un tour in lungo e largo che è partito dall’aeroporto di Colombo con un volo SriLankan Airlines partito da Roma. Ci sono anche altri aeroporti in Sri Lanka ma suggerisco comunque di fare un tour di almeno un paio di settimane e di quindi atterrare a Colombo! 😉

  • Rispondi Anna Pernice a

    Non sono mai stata in Sri Lanka ma mi segno tutti i tuoi ottimi consigli.

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Spero tu possa andare in Sri Lanka presto, è una terra meravigliosa!

  • Rispondi Celeste a

    Simona… tanta tantissima stima per te.
    Ok che è considerata sacra, ma mi sconvolge che delle volte il cammino non sia percorribile per la quantità di gente, insomma… oltre 2000 metri, tutti quegli scalini! Sarò io che sono una pigrona cronica, ma brava. Bravissima! Certo è che in Sri Lanka ci dev’essere una spiritualità che qui ci sognamo. Un bacione, buona giornata!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      La religiosità in Sri Lanka è qualcosa di inimmaginabile! La devozione che hanno, il modo in cui affrontano la salita, credimi lascia senza parole per davvero. La maggior parte dei pellegrini sale e poi riscende proprio come ho fatto io. Però ci sono anche mote persone che hanno bisogno di più tempo. E allora vedi qualcuno avvolto in una coperta o in un sacco a pelo che dorme nei ricoveri (che poi i ricoveri altro non sono che delle panche con un semi-tetto sopra!). Per giorni interi a salire, a trascinarsi per un numero infinito di scalini. Tutto questo perché per loro è veramente un gesto di devozione che porterà del bene al mondo! A volte mi chiedo come facciano ad essere così devoti, altre invece li invidio perché vorrei esserlo anche io!
      Un abbraccio anche a te Celeste! A presto! 🙂

  • Rispondi Lucy a

    Sei riuscita a farmi venire voglia di visitare lo Sri Lanka, sai? Non ci avevo mai pensato particolarmente come meta! Più vado avanti con gli anni più mi sale la passione per la montagna e per le inerpicate, io che una volta e per molto tempo ero una tutta grandi metropoli o niente. Un cammino di questo tipo lo farei più che felicemente. Anche la dimensione interiore mi affascina. Grazie grazie ;****

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ci sono volte che anche io mi meraviglio di me stessa sai? Non sono mai stata appassionata di arrampicate, scalate, trekking! Eppure quando il viaggio in Sri Lanka prendeva forma, ho sentito dall’inizio che dovevo assolutamente questa esperienza. Non è tanto difficile a livello fisico ma è veramente un percorso interiore che ti porta a contatto con una religiosità incredibile!

  • Rispondi sandra a

    Wow! chissà che esperienza!! Io quando si parla di trekking mi sento già male prima di partire, ma se presa con calma posso farcela pure io. Mi segno questa tappa nel caso mi decida a fare questo viaggio. Lo Sri Lanka è una di quelle mete che mi incuriosiscono, ma che ancora non hanno preso forma. Vedremo, nel caso preparti ad una valanga di domande!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Guarda Sandra anche io non sono esattamente una persona da Trekking però qui si tratta veramente più di un pellegrinaggio. A passo lento e con le dovute pause per riprendere fiato sono arrivata in cima nonostante non fossi per niente allenata. Lo Sri Lanka merita davvero e spero che un giorno al di là della scalata tu possa andarci. 😉
      ps. Per le domande nessun problema, potrei parlarne per ore 😀

  • Rispondi MARTINA a

    Sai che per quest’estate sto valutando proprio India e Sri Lanka, penso che alla fine dovrò sceglierne uno dei due, ma leggere questo articolo riguardo Adams Peak mi ha fatto molto piacere, perché questo è il genere di escursioni che mi piace fare. Certo, non sembra facile, forse bisogna essere un minimo preparati e prendere la cosa con calma, ma davvero sembra molto molto bello… nemmeno fare tutti gli scalini mi spaventa! Questa mi sembra davvero una bellissima esperienza…

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ti assicuro Martina che è un’esperienza che lascia il segno. Io non mi sono allenata e ho semplicemente seguito un passo abbastanza moderato ma costante. Non sono neppure riuscita a vedere la famosa impronta, ma il punto è proprio quello. Non conta raggiungere la meta, conta veramente il percorso! <3 Ti auguro davvero di vivere questa esperienza anche tu!

  • Rispondi Valentina a

    La mia anima montanara scalpita e si emoziona di fronte a questa nuova scoperta! Non sono mai stata in Sri Lanka, e quindi non ero a conoscenza del Picco di Adamo. Quanto mi piacerebbe andarci! Dev’essere un’emozione intensa e magica, soprattutto, come dici tu, per il viaggio interiore che accompagna quello fisico!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Valentina ti assicuro che è l’esperienza interiore ad avere il sopravvento. Io l’impronta non l’ho neppure vista figurati, eppure ricorda quell’esperienza come una delle più belle della mia vita! <3

  • Rispondi Grazia a

    La scalata sullo Sri Pada è uno dei miei sogni da tempo, come ti ho detto su IG. Ho aspettato a leggere questo post perché quella montagna per ora rappresenta anche il fallimento di non averlo ancora realizzato! Leggere il tuo post mi ha fatto rivivere tutto l’entusiasmo che avevo fino a qualche tempo fa, prima che la vita si mettesse un po’ in mezzo costringendomi a rimandare, spero ancora per poco. Grazie mille per i suggerimenti pratici alla fine, ne farò tesoro 🙂

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Grazia! Ricordo che avevamo parlato su Instagram dello Sri Lanka. Mi dispiace davvero tanto sentiti giù di morale. La vita è un dono meraviglioso che ogni giorno regala miracoli di bellezza e di amore. Purtroppo però sa anche come mettere i bastoni tra le ruote a volte. Spero davvero tanto che prima di tutto le cose si sistemino per te e che la vita prenda la piega che dovrebbe. Poi il viaggio in Sri Lanka sono certa che prima o poi arriverà! Ti abbraccio forte <3

  • Rispondi Martina a

    WOW, non conoscevo questo monte, di sicuro la spiritualità che circonda lo Sri Pada lo rende una meta imperdibile (almeno per noi), Peccato tu non sia riuscita a vedere l’impronta di Buddha, Shiva o chi per esso! In ogni caso, già solo aver suonato la campana deve essere stata una bella emozione 🙂

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Martina! Anche a me è dispiaciuto non essere riuscita a vedere l’impronta. Ma ti assicuro che è stato proprio il viaggio la parte più bella e tornassi indietro, pur sapendo che in cima non avrei trovato posto e che non avrei visto l’impronta, lo rifarei ancora! 🙂

  • Rispondi CLAUDIA a

    Non siamo mai stati in Sri Lanka, ma è nella nostra lista dei desideri!
    Mi affascina questa montagna, e questa cultura. Mi preoccupano un po’ le scale con cui non ho un buon rapporto, ma sicuramente sarà tra le nostre tappe quando andremo in Sri Lanka

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Claudia! Le scale spaventavano anche me ma alla fine la meraviglia del tragitto e del percorso interiore le fanno passare in secondo piano. Lo Sri Lanka è una terra magica e ospitale, spero ci andrete presto! Un abbraccio e a presto. <3

  • Rispondi Emanuela a

    Ciao Simona, deve essere stata una scalata proprio emozionante e me la segno tra le cose da fare per un viaggio in Sri Lanka 😀 L’unica cosa che mi fa un pò paura è il caldo con cui non ho un ottimo rapporto!!! Grazie anche per le dritte, soprattutto quelle sull’abbigliamento che secondo me in questi casi è fondamentale. Un abbraccio!!!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Emanuela! Mi fa molto piacere che tu abbia trovato l’articolo interessante. Per quanto riguarda il caldo posso dirti che in notturna il caldo non si percepisce affatto. La decisione di partire verso mezzanotte o al massimo verso le due di notte, è dovuta proprio alla voglia di evitare le ore più calde e di salire con il fresco della notte. Ti abbraccio anche io e spero che un giorno possa anche tu scalare quella vetta! 🙂

  • Rispondi FRANCESCA a

    Ciao Simona! Non conoscevo assolutamente questa cime, mi ha ricordato tantissimo un’esperienza che ho fatto in Egitto, sul Monte Sinai. Partenza di notte per salire la cima e scale finali. Molto simile! Anche lì è un percorso religioso, e io l’ho vissuto come un affascinante viaggio interiore. Bellissima esperienza!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Francesca! Non avevo mai pensato alla scalata del Sinai e adesso mi sta venendo per davvero la pelle d’oca. Grazie mille per aver condiviso la tua esperienza , sono viaggi interiori che lasciano un segno profondo! <3

  • Rispondi Benedetta a

    Ho vissuto anch’io questa incredibile esperienza e come te l’alba l’ho vista proprio a ridosso della cima, all’ingresso del tempio! Ma che importa…il viaggio vero é, come dici tu, il percorso e la possibilità di condividerlo con la gente del posto…non lo scorderò mai! Ah…al ritorno le gambe hanno ceduto spesso. È stata tosta!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Che esperienza Benedetta! Tu puoi capirmi perfettamente. Una scalata che è un pellegrinaggio, un percorso interiore più che fisico. Però sì, più faticosa la discesa che la salita in effetti! 🙂

  • Rispondi Maria a

    Leggere delle tante persone che salivano fino alla cima con bimbi in braccio mi ha fatto ricordare Medjugorje. Anche lì I pellegrini salgono una montagna, non certo così elevata, ma altamente impervia e difficoltosa.

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Hanno una fede che lascia senza parole credimi. Io stentavo a credere che tutte quelle persone anziane, malate, potessero scalare una montagna così alta per devozione!

  • Rispondi Elisa a

    Durante il nostro viaggio in Sri Lanka i tempi erano così stretti che purtroppo abbiamo deciso di non fare tutto il percorso per salire ad Adam’s Peak e percorrere solo il sentiero di Little Adam’s Peak. A distanza di tempo e leggendo le esperienze di altri viaggiatori mi sono parecchio pentita di questa scelta purtroppo… La spiritualità dello Sri Lanka è una delle cose che mi è rimasta più incollata sulla pelle e questo percorso di pellegrinaggio sarebbe stato un’esperienza bellissima.

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Elisa! Io feci entrambi ma solo perché dopo aver scalato l’Adam’s Peak la guida ci consigliò di saltare l’altra escursione e di fare qualcosa di “leggero” come il Piccolo Picco. ahaha. Se tornassi indietro lo rifarei, devo dire che non so come ci sono riuscita ad arrivare in cima e anche a tornare. Non credevo di esserne capace e invece alla fine è andato tutto bene e mi è rimasta un’esperienza indimenticabile che mi ha toccata nel profondo. Spero tu possa tornare un giorno in Sri Lanka e vivere anche tu questo pellegrinaggio che sorprende in ogni sua sfaccettatura! 🙂

  • Rispondi Maria a

    Se tutto va bene, a fine novembre sarò due settimane in Sri Lanka. L’Adam’s Peak è parte dell’itinerario, sarei molto felice di fare la scalata come te! 🙂
    Grazie per il post e i consigli! Un abbraccio, Maria

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Maria! Spero davvero che i miei consigli possano esserti utili per la scalata. Per me è stata un’esperienza a dir poco unica. Fammi sapere poi come va’, un abbraccio Maria! <3

  • Rispondi Marina a

    Simona grazie per avermi illuminato sulla scelta di fare o meno la scalata con la bambina… lei ha solo tre anni e credo propio che questa volta non andremo… la vedremo da lontano

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Marina! Io ho visto anche bambini farlo però ti dico in tutta onestà che secondo me non serve a nulla perché non riuscireste a viverla fino in fondo secondo me.

  • Rispondi Arianna a

    Ciao Simona avrei bisogno di un’informazione il mese prossimo andrò in Sri Lanka e vorrei fare anche io questa esperienza volevo sapere se è un’escursione che si paga o se la fai in
    piena autonomia, e se una volta arrivata li trovo facilmente chi mi vende o organizza questo tipo di escursione. Grazie Arianna

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Arianna! Sono felice che sarei presto anche tu in Sri Lanka, una terra che mi è piaciuta un sacco. Per quanto riguarda l’escursione posso dirti che io personalmente l’ho fatta senza guida partendo di notte per arrivare in cima all’alba. Troverai tantissime persone quindi ti basta seguire il flusso sostanzialmente. Però se preferisci puoi rivolgerti prima di partire, a Bo-Mie Tours, un’agenzia locale che mi ha aiutato con l’organizzazione delle tappe e l’autista. Per qualsiasi altro dubbio scrivimi pure! Un abbraccio 😊

  • Rispondi Marina a

    Mi hai fatto tornare la voglia del viaggio in Sri Lanka cui ho dovuto rinunciare anni fa!
    Certo che fare un trekking di notte è una cosa molto strana! Ma il fatto che ci sia tutta quella gente a farlo è stato per te un valore aggiunto o al contrario la calca ti ha dato noia? (Lo so, prima del lockdown non è un aspetto cui davamo peso)

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Marina! Spero che prima o poi tu possa recuperare quel viaggio che è purtroppo saltato. Per me è stato uno dei viaggi più profondi, forse anche grazie alla scalata del monte sacro. La partenza di notte in realtà non sembrava affatto strana facendo il percorso di persona. L’intero tragitto è totalmente illuminato, ci si sente sempre tranquilli indipendentemente dall’ora. Di persone ce n’erano davvero tante, questo è verissimo. Ma per assurdo è come se rispettassero una sorta di ordine. Sembrava più che altro un flusso continuo e silenzioso di fedeli in preghiera. Persone molto diverse tra loro seguivano il tragitto. Chi più velocemente, chi più lentamente. Anche se è davvero difficile da spiegare, non mi sono sentita per nulla oppressa, anzi, quasi protetta. Solo l’ultimissimo pezzetto forse mi sembrò davvero affollato. Questo perché arrivando in cima il sentiero si restringe e resta solo una rampa di scale divise da una cordicina al centro, per dividere il senso di salita da quello di discesa. All’epoca ovviamente senza covid, fu l’unico momento in cui mi resi veramente conto di quante persone ci fossero. Ora come ora credo che l’approccio mentale potrebbe risultare diverso. O forse no. Quando decisi di percorrere il sentiero e scalare la montagna, non credevo che mi avrebbe coinvolto così tanto anche interiormente. In tutta onestà dovrei tornare post covid per dirti con totale onestà se questa situazione ha intaccato la spiritualità di quel luogo oppure no. In ogni caso ti consiglio vivamente di prenderlo almeno in considerazione, è un’esperienza unica!

  • Rispondi Sara a

    Avevo preparato un itinerario per un possibile viaggio in Sri Lanka tempo fa, ma ammetto di non aver preso in considerazione questa attività. Il tuo racconto di un percorso interiore è stato molto affascinante. Lo Sri Lanka è ancora chiuso ai turisti e non so se ci andrò mai ma mi ricorderò dell’Adam’s Peak.

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Sara! Spero che prima o poi tu possa realizzare il viaggio in Sri Lanka. Io stessa, nell’organizzare il mio, ero indecisa se vivere l’esperienza del trekking sulla montagna sacra oppure no. Devo ammettere che a posteriori sono davvero molto contenta di averla fatta. Pochissimi turisti e davvero tanta popolazione locale. Questo mi ha permesso realmente di vivere l’esperienza al meglio!

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