Anno 2011, una settimana prima di Natale mi ritrovo a Ternopil (Ternopoli). Per me Ucraina equivale a Ternopil. Riduttivo? Decisamente. Ma il fatto è che una delle mie più carissime amiche viene proprio da li. Dopo anni ed anni ad invitarmi a farle visita, finalmente nel 2011 decisi di accettare e partii per l’Est dell’europa.
Premetto che purtroppo i collegamenti da Napoli non sono i migliori. Mi ci volle un’intera giornata per raggiungere la meta. Vivo a circa un’ora e mezza dall’aeroporto di Napoli. Una volta li la prima tratta mi portò da Napoli a Kiev. Scalo per circa due ore e poi partenza per l’aeroporto di Lviv (Leopoli). E da qui ancora una volta un tragitto di circa due ore per raggiungere casa Savchuk, casa della mia “sciu sciu” Silvia.
Magari ci è voluto un po’ più di quanto avessi immaginato ma alla fine ne è valsa decisamente la pena.
Prima di quel viaggio non sapevo cosa aspettarmi. Immaginiamo sempre l’Ucraina, la Polonia, la Bulgaria, come paesi poveri, non interessanti da visitare e sporchi. Ho detto pensiamo ma in realtà io non l’ho mai pensato. Purtroppo però la maggior parte delle persone è di questa opinione. Allora io mi chiedo: ci siete mai stati?
Io si. Ho potuto vivere e assaporare di persona una cultura ricca tanto quanto la nostra, mi ha fatto vedere luoghi meravigliosi e conoscere persone da un cuore e di un calore incredibile.
Mi resta un ricordo meraviglioso di una città molto più grande di quanto mi aspettassi. Le strade principali attraversano la città di lungo e in largo. Ad entrambi i lati delle strade si innalzano grandi palazzi condominiali che si ripetono a catena uguali e sempre uguali. Ma poi la monotonia dei palazzi di apre per dar spazio alle stupende chiese ortodosse con ornamenti e decorazioni da lasciare senza fiato. In centro palazzi decorati e colorati si alternano a quelli un po più moderni. Un centro vivo quello di Ternopil, soprattutto prima di Natale. Decorazioni, luci, mercatini. L’atmosfera è molto calorosa nonostante il freddo ed il gelo. Alle spalle del centro il grande lago artificiale. D’estate il verde acceso dei prati e l’azzurro delle acque ne fanno l’attrazione principale della città. D’inverno invece si attende la neve per ritrovarsi in un giardino incantato da favola.

A poca distanza Zarvanytsia, un complesso religioso molto conosciuto in zona. Si attraversano tanti meravigliosi piccoli villaggi per arrivare a destinazione. Un complesso di chiese, cappelle e piccoli altari che celebrano la devozione alla Vergine Maria. Si narra infatti che un monaco in fuga dall’invasione dei mongoli, sostò nei pressi del complesso all’epoca costituito da una semplice fonte di acqua. Dopo essersi rinfrescato e rigenerato presso la fonte, il monaco ebbe la visione della Vergine Maria e decise di costruire quindi la prima cappella del complesso che con il tempo si è poi ingigantito sempre più.

Per tutto il tempo in casa Savchuck sono stata viziata da Silvia che mi ha fatto provare tutti i piatti tipici locali.
Ora, partiamo dal presupposto che in fatto di cibo io non ho gusti facili. C’è chi direbbe molto candidamente che la sottoscritta “ha i vizi”. Ed invece sono fiera di dire che ho provato, assaporato, gustato e amato, ogni singolo piatto del il mio soggiorno a Ternopil. Ho amato così tanto il cibo ucraino che ogni volta che la mia amica cucina piatti tradizionali durante i suoi soggiorni in italia, io sono sempre la commensale italiana che mangia più di tutti!
E poi La maionese. Parliamone. Parliamo da quanto adoro la maionese ucraina che è decisamente più delicata della nostra. E la lasagna, i Syrniki, la barbabietola cucinata in mille modi possibili , I Nalisniki! Per non parlare delle insalate, oh le insalate in cui ci si può trovare praticamente di tutto! La mia preferita? Decisamente quella con funghi, maionese ed ananas. Lo so cosa state pensando, ananas e maionese? Ananas e funghi? Credetemi è da leccarsi i baffi!

Piatti tipici della cucina ucraina
Una settimana stupenda. Quanto calore ho ricevuto in quei giorni a Ternopil. Quanto calore da persone che neppure mi conoscevano. Così tanto che cinque anni dopo mi sono ritrovata, unica italiana, seduta a tavolo con tutti loro e molti di più, per festeggiare il matrimonio della figlia di Silvia. Il matrimonio di Julia che mi ha avvicinato ancora di più alle tradizioni e agli usi locali. Ma di questo ne parleremo un’altra volta! 🙂