La prima cosa che mi ha colpito del blog “E allora parto – i viaggi di Camilla”, sono stati sicuramente gli articoli sui viaggi in Etiopia. Non si legge molto spesso di questa destinazione insolita eppure Camilla ha letteralmente vissuto questa realtà a 360 gradi. Da lì la mia curiosità ha cominciato a farmi appassionare piano piano prima al blog intero e poi ai canali social che rispecchiano la personalità di Camilla in tutto e per tutto. Incredibile come il collante di tutto siano stati proprio i viaggi in Etiopia!
Oggi è quindi un immenso piacere avere qui ospite Camilla e il suo blog. In questa chiacchierata si parlerà appunto dei viaggi in Etiopia ma anche dei periodi di vita all’estero, di consigli sul blogging e di ricordi che difficilmente andranno più via dalla mente!
4 chiacchiere con Camilla!
Ciao Camilla, benvenuta nel salotto di Oltre le parole. Allora, parlaci di te e di com’è nata l’idea del tuo blog.
Come prima cosa ti voglio ringraziare per ospitarmi in questo tuo bellissimo spazio. Il mio blog si chiama E allora parto! I viaggi di Camilla ed è nato dalla voglia di tenere traccia dei luoghi che visito: ho sempre riempito quaderni con appunti dei miei viaggi, alla fine mi sono decisa a passare al web, con la speranza che i miei articoli possano essere utili anche ad altri. Ho iniziato a viaggiare da piccola con i miei genitori in camper, poi ho proseguito da sola, con amici e con il mio compagno. Ho vissuto a Londra e in un villaggio in Etiopia, paese dove ho girato molto e di cui parlo spesso.
Secondo te qual è l’aspetto più difficile da capire del nostro “mondo” per chi non ha la nostra stessa passione?
Forse il fatto che i viaggi non sono una semplice vacanza: si va per scoprire, conoscere, confrontarsi, ma anche per mettersi alla prova e riscoprire parte di se stessi. Spesso, ad esempio, le persone restano stupite quando scoprono quanti chilometri percorro al giorno mentre sono in viaggio (di media oltre 25 km), perché hanno l’idea che ci si debba rilassare. Io invece adoro camminare per le strade dei paesi che visito, quanto più possibile a piedi, e immergermi in ogni posto. Poi c’è l’aspetto economico: ti chiedono spesso come fai a viaggiare tanto. Il punto è che si fanno sacrifici, si rinuncia ad altro, e ci si ingegna per risparmiare in viaggio.
Qual è il primo ricordo legato a un viaggio che ti viene in mente?
Il primo ricordo riguarda in realtà i preparativi: quando ero piccola i miei avevano un camper e ogni weekend si partiva. Il venerdì pomeriggio con mia madre preparavamo le cose da portare e la sera, come rientrava mio padre dal lavoro, si caricava il camper e si partiva. Io mi stendevo sulla cuccetta a dormire senza sapere la meta. La mattina mi svegliavo da qualche parte a sorpresa.
Viaggiando ti è mai capitato di scoprire una meta che secondo te viene sottovalutata?
Si, la prima che mi viene in mente è Lalibela, nel nord dell’Etiopia. In pochi prendono in considerazione questo paese, ma in realtà è pieno di luoghi incantevoli, come ad esempio Lalibela dove ci sono straordinarie chiese scavate nelle roccia.
Se ti chiedessi qual è una meta che sogni da tempo, cosa ti verrebbe in mente in questo preciso momento?
Il mio sogno è un lungo viaggio tra Vietnam, Cambogia e Laos. È una zona che mi affascina molto.
Come scegli la destinazione dei tuoi viaggi?
Ho una lista di posti che vorrei visitare (praticamente è infinita) e monitoro spesso i voli, così quando si abbassano prenoto. Può capitare di dover aspettare anche parecchio, ma in fondo ci sono così tanti luoghi che vorrei visitare che non è un problema. Approfitto molto anche delle offerte: magari una zona non era tra le mie preferite però trovo una buona occasione e parto. Spesso si rivela una scelta ottima.
C’è un aneddoto legato a un viaggio a cui sei particolarmente legata?
Quando in Etiopia viaggiavamo tra i villaggi mi capitava spesso di essere in minibus super affollati dove gli unici Europei eravamo io e il mio compagno. Suscitavamo tanta curiosità perché di solito gli stranieri non usano quei mezzi per spostarsi, ma grandi bus più costosi. Tanti provavano a parlarci, soprattutto i bimbi, che difficilmente nelle zone rurali avevano avuto a che fare con stranieri. Noi conoscevamo qualche parola di amarico (la lingua locale), ma molti di loro non parlavano Inglese, così iniziavamo strane conversazioni in cui non eri del tutto sicuro di cosa ti stessi dicendo ma c’era una grande voglia di conoscersi e confrontarsi.
Secondo te quanto è difficile riuscire a trasmettere a chi legge le emozioni legate al viaggio, piuttosto che fornire informazioni utili e basta?
Molto difficile, perché certi luoghi, sensazioni ed esperienze sono complesse e forti da racchiudere in poche parole. Con i miei articoli però cerco sempre di dare tanto spazio anche alle informazioni pratiche, perché credo che siano utili agli altri viaggiatori.
Ammiro molto chi cerca di fare della propria passione anche il proprio lavoro. Anche io nel mio piccolo cerco ogni giorno di avvicinarmi sempre più alla realizzazione del mio sogno. Mi accorgo però che siamo sempre più là fuori. Cosa suggerisci a chi si affaccia a questo nuovo mondo?
Ho ancora tantissima strada da percorrere e non mi sento in grado di dare consigli. La cosa importante però credo sia non scoraggiarsi, anche se molti sfruttano “trucchetti”. Credo che sia importante trovare il proprio stile, ciò che ci rende diversi dagli altri, in modo da offrire qualcosa che sia originale.
Potresti suggerirci 3 blog che segui e leggi volentieri?
Ce ne sono così tanti che mi piacciono che faccio difficoltà a scegliere. Dovendo limitarmi a tre ti direi:
Viaggiare con Laura
Viaggi nel tempo
Sabrina Barbante
Quanto è stato bello conoscere meglio Camilla e il suo blog? Io ho amato gli aneddoti dei bimbi sui bus durante i suoi viaggi in Etiopia e sul suo blog ho trovato tanti articoli super interessanti proprio su questa destinazione. Per non perdervi le sue chicche e gli altri viaggi che verranno, seguite Camilla sui sui canali:
Web: E allora parto!
IG: E allora parto!
FB: E allora parto!

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