Negli ultimi anni il numero di viaggiatori che decidono di partire zaino in spalla sta aumentando esponenzialmente. Il Cammino di Santiago, al momento, resta tra le mete simbolo del viaggiare zaino in spalla. Ma questa tipologia di approccio al viaggio non si riduce solo ed esclusivamente a lunghi cammini introspettivi. La ricerca dell’autentico, che si tratti di sentieri, piccoli borghi o città meno battute, unita a un bagaglio minimal, sono le basi portanti di un tipo di viaggio che per molti coincide con una vera e propria rinascita.
Ne è un esempio la storia particolare di Sylviè, ricca di viaggi in solitaria, scoperte stupefacenti e soprattutto rivincite contro una vita che non sembrava essere stata per nulla clemente con lei da bambina. Oggi, dopo aver superato paure e difficoltà, Sylviè condivide le sue esperienze di viaggio, con tanti consigli pratici e non solo, per ispirare tutti quei viaggiatori che come lei decidono di partire zaino in spalla.
Viaggiare zaino in spalla: quattro chiacchiere con Sylviè
Ciao Sylviè, benvenuta nel salotto di Oltre le parole. Allora, parlaci di te e di com’è nata l’idea del tuo blog.
Ciao a tutti e grazie Simona per avermi ospitata nel tuo bellissimo spazio, ne sono onorata. Il mio blog è nato in concomitanza con la fine del mio primo cammino di Santiago in solitaria, nel 2018. L’ho aperto quando ho capito che, raccontare la mia esperienza, sarebbe servito ad incoraggiare altre persone. Da quel momento ho cominciato a raccontare dei miei viaggi.
Viaggiare con lo zaino, in solitaria, è un tipo di esperienza forte che mi ha permesso di uscire dalla mia confort zone e aprirmi al mondo, con un cambio di prospettiva che ha sbloccato paure che mi tenevano bloccata. Noi donne spesso veniamo frenate dalla paura dei pericoli, rinunciando così al naturale richiamo di libertà e avventura. Nel blog sono diventata testimone del fatto che, al di là dei nostri limiti, ci sono sogni che aspettano di essere realizzati.
Certe volte abbiamo solo bisogno di essere incoraggiate e sostenute, io ho avuto la forza di partire proprio grazie agli incoraggiamenti che ho ricevuto, così ho ricambiato con gratitudine dando il mio contributo.
Naturalmente il blog ha poi avuto delle evoluzioni. Ad esempio ho creato una sezione che raccontasse anche la mia vita di Expat in Danimarca e sto lavorando ad una sezione futura dedicata alla Sardegna, la mia terra d’origine. Questo mi permette di abbracciare un pubblico più ampio e misto, anche se resta l’impronta iniziale dedicata al pubblico femminile. Il mio punto fermo è infatti il desiderio di sostenere e incoraggiare le donne a partire, affrontando anche tematiche importanti come i viaggi esperienziali di crescita o quelli sostenibili, legati al nostro rapporto con la natura.
Secondo te qual è l’aspetto più difficile da capire del nostro “mondo” per chi non ha la nostra stessa passione?
La gente non conosce i retroscena del mestiere e forse per questo non accetta l’idea che fare il Travel Blogger sia una professione e non un hobby. Nel nostro paese poi la figura del Travel Blogger non è nemmeno riconosciuta giuridicamente e questo influisce parecchio sulla confusione generale legata a questa figura.
Eppure il Travel Blogger, per essere tale, deve acquisire competenze molto precise. Dev’essere un buon content creator, avere conoscenze SEO, essere un fotografo decente per inserire immagini accattivanti, essere un buon social media manager di se stesso, creare piani editoriali chiari, essere organizzato e mai improvvisato. Per non parlare della parte business management che comprende contrattazioni con aziende che offrono affiliazioni e partnership.
Poi però ci si rende conto che solo questo non basta e che senza studio e pianificazione non si va molto lontano. Chi decide di diventare un Travel Blogger professionista deve studiando seriamente per poter raggiungere obiettivi concreti, molti non capiscono quanto sia impegnativo.
Ma fortunatamente ci sono anche molte soddisfazioni, come essere padrone del proprio tempo, gestirsi autonomamente e viaggiare tanto. Non ultima la soddisfazione di lavorare con professionisti del settore e conoscere persone con le nostre stesse passioni.
Qual è il primo ricordo legato a un viaggio che ti viene in mente?
Il viaggio per me è sempre stato legato al concetto di ritorno, mai di partenza. I miei genitori erano emigrati nel Nord Italia e quindi i miei primi ricordi legati al viaggio sono quelli del ritorno in Sardegna ogni estate, nella mia terra d’origine.
A quei tempi per tornare a casa si doveva fare un vero e proprio viaggio della speranza: prima in treno, per raggiungere il porto, poi in nave fino a Cagliari. Lo spettacolo nel vedere la mia città dal mare, mentre la nave attraccava, è il ricordo più bello che ho legato al viaggio.
Oggi come allora, da emigrata, ripercorro le stesse sensazioni quando scendo in Italia in auto e mi imbarco per tornare a casa dei miei in Sardegna. Nei miei viaggi uso spesso i mezzi lenti che mi permettono di interiorizzare l’arrivo. Adoro viaggiare in macchina, in treno, in nave, ma anche a piedi.
Viaggiando ti è mai capitato di scoprire una meta che secondo te viene sottovalutata?
Viaggiando a piedi mi è capitato spesso, perché a piedi si raggiungono posti che con i mezzi sono poco accessibili. In Spagna, ad esempio, i turisti sono abituati a visitare le città più famose ma ci sono moltissimi borghi nell’entroterra o al nord che sono sconosciuti ai più. La Galizia ad esempio è piena di zone bellissime come O’Cebreiro, uno dei luoghi più suggestivi e incantevoli che ho visto in Spagna. Si tratta di un borgo di origine celtica, con case che sembrano capanne, fatte di pietra e tetti in paglia. Lì ho anche mangiato il miglior Pulpo alla Galega dell’intera Galizia.
Secondo me i luoghi più belli sono quelli nascosti dal turismo di massa, per questo adoro lo slow travel, viaggiare in modo lento ci rende più attenti e ricettivi. Attraversando le montagne di O’Cebreiro a piedi ho visto paesaggi mozzafiato indescrivibili. Credo che un pezzetto della mia anima sia ancora là, rimasta a contemplare tale meraviglia.
Se ti chiedessi qual è una meta che sogni da tempo, cosa ti verrebbe in mente in questo preciso momento?
Naturalmente ho tantissimi luoghi nella mia bucket list ma il viaggio dei miei sogni, quello che più di tutti mi trasmette l’idea di libertà, avventura e scoperta, è un viaggio on the road negli States.
Per essere più precisa sogno di visitare tutti quegli incredibili parchi nazionali protetti in cui la natura è davvero immensa e spettacolare: il Grand Canyon, il Yosemite National Park, la foresta delle Sequoia e magari anche il parco di Yellowstone. Un viaggio che avrei dovuto fare lo scorso anno ma che, per via del Covid, ho dovuto rimandare.
Spero di poterlo realizzare presto.
Come scegli la destinazione dei tuoi viaggi?
Devi sapere che, da qualche anno, ho un quaderno che chiamo la mia “Apocalist”, prendendo ispirazione da un film che ho visto tempo fa. In questa lista ci sono tutte le cose che vorrei fare e vedere prima di morire.
Per me questo promemoria ha un significato profondo legato al fatto che, se sono ancora viva, è per puro miracolo. Da piccola, infatti, ero affetta da una malata degenerativa ma sono guarita e da allora ho deciso di vivere senza rimpianti, facendo le esperienze che desidero.
Il senso di gratitudine per il tempo che mi è stato concesso mi ha sempre spinta a superare paure e limiti per poter realizzare i miei sogni quindi quando devo scegliere una meta per i miei viaggi leggo la lista dei miei sogni, che oggi conta più di 70 voci ancora da spuntare, e scelgo quella più fattibile al momento.
Ogni tanto capita anche che le situazioni accadano in modo del tutto inaspettato, come per il mio prossimo viaggio in Giordania. Presto infatti spunterò anche Petra dalla mia Apocalist e il mio sogno di vedere una delle 7 meraviglie del mondo finalmente
si avvererà.
C’è un aneddoto legato a un viaggio a cui sei particolarmente legata?
Ho sempre pensato che il caso non esista e che ciò che ci succede sia legato ad un disegno più universale, con motivi che spesso non capiamo subito ma che sicuramente ci insegnano qualcosa di importante per la nostra evoluzione.
Nel mio caso, l’insegnamento dietro l’aneddoto che sto per raccontare, era legato alla gestione degli imprevisti durante un viaggio e soprattutto alla gestione della paura e dell’ansia.
Qualche anno fa mi trovavo in viaggio con mia sorella, destinazione Provenza. Nell’aeroporto di Bruxelles, al momento del volto per Marsiglia, sono stata derubata della borsa dove avevo i biglietti, i soldi e tutti i documenti. Panico totale.
Dopo la prima naturale fase di disperazione, non potendo tornare in Italia perché senza documenti, io e mia sorella decidemmo di restare qualche giorno a Bruxelles per poter fare un documento provvisorio in ambasciata, per poter tornare a casa.
Visto che il documento aveva validità di una settimana optammo per restare in Belgio qualche giorno in più e goderci comunque quella vacanza nonostante il cambio di destinazione. Si rivelò infine uno dei viaggi più belli, divertenti e incredibili della mia vita.
Quando si dice guardare il bicchiere mezzo pieno e trasformare quello che ci accade in opportunità.
Secondo te quanto è difficile riuscire a trasmettere a chi legge le emozioni legate al
viaggio, piuttosto che fornire informazioni utili e basta?
Da che ho ricordo ho sempre avuto una particolare predisposizione alla scrittura e al trasmettere per iscritto le mie emozioni. Mi riesce forse meglio che a parole. Ho sempre amato raccontare, descrivere, farmi domande e trovare nella scrittura un modo per sviscerare argomenti e dubbi esistenziali che, a parole, non trovo semplice affrontare.
Forse per questo, scrivere di cammini e viaggi, per me non si è mai ridotto ad un mero resoconto con annesse informazioni, bensì ad un tentativo di empatia nel far conoscere il mondo attraverso i miei occhi. In questo la scrittura può ancora fare la differenza, perché lo scrivere conserva i suoi tempi di pausa e riflessione e tutte quelle sfumature pittoresche che verbalmente non siamo più abituati ad usare. Nel mio Blog cerco di non perdere questa vena poetica e magica.
Credo che le persone, leggendo il mio Blog, vogliano semplicemente constatare che i loro dubbi sono stati anche i miei e che se ce l’ho fatta io, a superare i miei limiti, ce la possono fare tutti perché non sono migliore di nessuno, ho solo avuto il coraggio di spingermi oltre per realizzare i miei sogni e nel Blog spiego spesso come ho fatto.
Sono convinta che raccontarmi possa essere d’ispirazione, non importa se questo mi preclude la possibilità di avere un seguito di migliaia di lettori perché non scrivo di località alla moda. Arrivo nel cuore di chi devo arrivare, nel momento in cui serve, e questo mi basta.
Ammiro molto chi cerca di fare della propria passione anche il proprio lavoro. Anche io nel mio piccolo cerco ogni giorno di avvicinarmi sempre più alla realizzazione del mio sogno. Mi accorgo però che siamo sempre più là fuori. Cosa suggerisci a chi si affaccia a questo nuovo mondo?
Ben venga se siamo tante, credo che ognuna di noi possa trasmettere l’amore per i viaggi in un
modo diverso, ognuna seguendo la propria predisposizione, l’importante è non improvvisare.
Inizialmente è normale cominciare a scrivere per puro passatempo ma poi è bene fare un passo avanti, capire che la Travel Blogger è una professione e che per essere una professionista ci vogliono impegno, costanza e studio.
A chi sta cominciando dico semplicemente di non preoccuparsi troppo dei numeri, non ci si deve conformare con gli altri pur di avere popolarità. Il bello è proprio la nostra unicità. Cerchiamo semmai di aver ben chiaro il nostro obiettivo finale, teniamo sempre a mente perché vogliamo essere delle Travel Blogger. I numeri arriveranno, questo è un mestiere che va a braccetto con la pazienza, la tenacia e la costanza. Se non amate ciò che fate è inutile farlo.
Siate voi stesse e arriverete al cuore dei vostri lettori.
Potresti suggerirci 3 blog che segui e leggi volentieri?
Oltre al tuo, che trovo bellissimo e che come sai mi ha ispirata durante un viaggio recente, seguo diversi Blog tra cui quello di Gianluca Gotto che amo tantissimo www.mangiaviviviaggia.com. Lui si avvicina moltissimo alla mia idea di viaggiatore e abbraccia la mia stessa filosofia di vita, è buddista come me, anche se lui è sicuramente molto più bravo e coraggioso.
Un altro Blog che seguo volentieri è quello di Claudia www.dammilamano.com perché con i suoi viaggi alla scoperta di luoghi fiabeschi e magici mi fa ritornare bambina.
Grazie per questa bella chiacchierata, spero di essere stata di buona compagnia.
Se avete domande vi leggo con piacere tra i commenti e naturalmente vi aspetto sui miei canali
A presto!
Grazie a Sylvie per essersi raccontata senza filtri. Sono certa che vivrà presto nuove avventure e spunterà molte delle mete sulla sua lista speciale.
Per seguire le altre destinazioni del suo viaggiare zaino in spalla puoi seguire Sylvie su questi canali:
Web: www.viaggiarezainoinspalla.com
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