Se dico vita da expat la maggior parte delle persone pensa a città quali Londra, Parigi, Berlino, Barcellona magari New York. In pochi però pensano all’Ungheria e a Budapest. Io per prima lo ammetto.
Poi grazie al suo blog Viaggiare con gli occhiali, ho conosciuto Giulia in rete e ho capito quanto invece le mete meno battute siano da considerare non solo per un viaggio, ma anche per vivere una vita expat. Già perché Giulia, romana di nascita, adesso vive a Budapest. Una città bellissima che qualche anno fa visitai anche io, ma all’epoca Giulia non la conoscevo ancora. Che peccato, già so che sarebbe stato incredibile farmi dare tutte le dritte utili!
Ma sono certa che tornerò e che questa chiacchierata, per ora virtuale, la ripeteremo dal vivo!
Quattro chiacchiere con Giulia, una romana che vive una vita da expat in Ungheria!
Ciao Giulia benvenuta nel salotto di Oltre le parole. Allora, parlaci di te e di com’è nata l’idea del tuo blog.
Ciao Simona e grazie per l’ospitalità. L’idea è venuta un po’ per caso, leggevo diversi blog di viaggio e mi sono detta “perché no?”. Tra l’altro era anche un periodo un po’ delicato della mia vita dove mi sentivo spesso sola. Avere amicizie virtuali mi sollevava il morale durante le giornate no.
Secondo te qual è l’aspetto più difficile da capire del nostro “mondo” per chi non ha la nostra stessa passione?
Se intendi la passione per i viaggi, penso sia sicuramente l’aspetto finanziario. Molte persone hanno una concezione del viaggio diversa, vuoi perché non abbiano la passione o perché semplicemente non siano abituati.
Spesso l’idea di viaggiare senza spendere tanto non è concepito. Con “low cost” non mi riferisco a dormire in ostelli con le blatte per €5 a notte o morire di fame per non spendere €10 a cena, ma semplicemente scegliere soluzioni a contatto con la popolazione locale (esempio, una guest house gestita da una famiglia piuttosto che una catena alberghiera, mezzi pubblici invece del taxi e così via). Per questo, sembra sempre che viaggiare sia così esoso. Invece, a volte, un weekend fuori porta ha lo stesso costo di una serata in discoteca.
Se invece ti riferivi alla passione per la scrittura e per il blog, beh, qui sfondiamo una porta aperta. Io non vivo di blogging, ma so che è possibile e tante persone ce la fanno quotidianamente. Non è facile, è dura, ma si può fare. Visto dall’esterno, purtroppo, non è sempre considerato un “vero lavoro”. Sapessero invece quanto studio, impegno e costanza c’è dietro!
Qual è il primo ricordo legato a un viaggio che ti viene in mente?
Non ho fatto grandi viaggi da piccola, sempre in Italia o più raramente in Europa, però ho tanti ricordi delle varie estati al mare con mia nonna. Addirittura il mio primo aereo l’ho preso con lei. Ogni anno, dal mio primo compleanno fino ai 14 anni, siamo andate in vacanza due settimana insieme. Rigorosamente al mare.
Viaggiando ti è mai capitato di scoprire una meta che secondo te viene sottovalutata?
Io sono un po’ la paladina delle mete sottovalutate. Ho viaggiato in lungo e largo per i Balcani e sono stata un paio di volte in Georgia e in Armenia. Tra l’altro, vivo in Ungheria che non è proprio la prima meta che viene in mente quando si parla di espatriare.
Da un lato mi piacerebbe che più persone riuscissero a scoprire le bellezze dei Balcani o del Caucaso. Dall’altro, però, mi viene un po’ di ansia a pensare agli effetti devastanti del turismo di massa, soprattutto in paesi con situazioni economiche meno floride delle altre. Abbiamo già visto in passato paradisi incontaminati trasformarsi in discariche e luna park per turisti. Quindi ben venga la scoperta di questi posti meno battuti ma fatta in maniera sostenibile.
Se ti chiedessi qual è una meta che sogni da tempo, cosa ti verrebbe in mente in questo preciso momento?
Assolutamente Argentina, è uno dei miei sogni più grandi. Incrociamo le dita per fine 2019 inizio 2020, perché è davvero uno dei miei “viaggi nel cassetto”. Non tanto per la Patagonia, che deve essere bellissima ma meno tra le mie corde, quando per Buenos Aires, Iguazu, il nord selvaggio e gli enormi vigneti del centro del paese.
Un’altra meta che vorrei visitare da tempo è la Corea del Sud, è ancora fuori dagli itinerari turistici e penso abbia tantissimo da offrire, sia a livello paesaggistico sia a livello culinario.
In Europa, invece, il mio sogno è vedere la festa dei gitani a Saintes Maries de la Mer in Camargue. Ogni volta c’è qualche imprevisto che me lo impedisce, quest’anno compreso!
Come scegli la destinazione dei tuoi viaggi?
Non ho una strategia precisa. Alcune le scelgo perché i voli costano poco, vedi il Cile. Ho trovato un volo conveniente e l’ho comprato, senza prima cercare troppe informazioni sul paese. Altri invece ricerco le mete che potrebbero interessarmi. Ogni tanto mi capita di andare a trovare persone che conosco e ne approfitto per vedere un po’ la città dove vivono. Per esempio, ho un’amica che vive in Transilvania e ci vado spesso grazie alla sua fantastica ospitalità.
C‘è un aneddoto legato a un viaggio a cui sei particolarmente legata?
Ne ho tantissimi! Me ne viene in mente uno successo durante il primo viaggio in Georgia, ne ho parlato anche sul blog. Io e il mio compagno volevamo andare a vedere una cascata sperduta nel nulla, vicino Kutaisi. Ho contratto un prezzo per 3-4 ore con un tassista locale che ci ha portati fino a un sentiero con un paio di case attorno che avrebbe dovuto portarci su fino al corso d’acqua. Appena siamo scesi, il tassista dai baffoni bianchi si è prima arrampicato su un albero per cogliere delle mele cotogne fresche (giuro!) e poi ha chiamato uno degli abitanti di queste casette spiegandogli brevemente dove volessimo andare.
In tutta risposta, il signore sguinzaglia un cane da caccia e mi fa in russo “lui è la vostra guida”. Gli chiedo gentilmente di ripetere, probabilmente ho capito male visto che non parlo russo fluentemente. Non faccio in tempo a finire la frase che il cane mi rimprovera abbaiando e spingendomi con la testa verso il sentiero. Ebbene sì, un cane ci ha portato su alla cascata e persino riaccompagnati a valle.
Secondo te quanto è difficile riuscire a trasmettere a chi legge le emozioni legate al viaggio, piuttosto che fornire informazioni utili e basta?
Tanto! Trasmettere emozioni con la scrittura è una dote. C’è chi ci riesce naturalmente e chi invece usa spesso le stessa parole ed espressioni, rendendo il lavoro un po’ forzato. Penso dipenda anche molto dal tipo di pubblico che uno ha. A me per esempio piacciono i post pratici, sinceramente è raro che mi metta a leggere qualcosa di puramente emozionante, a meno che non conosca la persona e apprezzi la sua scrittura o la lettura mi catturi particolarmente. Per questo, mi concentro sui post pratici. Magari dovrei provare uno più sentimentale e vedere che feedback ricevo!
Ammiro
molto chi cerca di fare della propria passione anche il proprio
lavoro. Anche io nel mio piccolo cerco ogni giorno di avvicinarmi
sempre più alla realizzazione del mio sogno. Mi accorgo però che
siamo sempre più là fuori. Cosa suggerisci a chi si affaccia a
questo nuovo mondo?
Anch’io non sono una blogger full time, sebbene mi capiti di ricevere soddisfazioni. A un blogger emergente consiglierei intanto di essere sempre chiari e trasparenti con i lettori. Non scrivere mete che non si conoscono, non mentire, non prendere in giro nessuno. Consiglierei anche di rivedere il proprio modo di viaggiare. Ho visto in rete dei post terribili su come cavalcare un elefante, vedere i templi con le tigre sedate e così via. Da brividi. Un altro consiglio è di non scoraggiarsi: siamo tutti nella stessa barca e abbiamo visto tutti la famigerate “0 visualizzazioni” almeno una volta all’inizio!
Potresti suggerirci 3 blog che segui e leggi volentieri?
Argh, 3 blog è
davvero difficile. Diciamo che leggo i blog delle persone che penso
siano un po’ più affini a me come carattere.
Tra i “big” io ho un po’ una girl crush per Giulia Raciti di Viaggiare Low Cost. In realtà, lei è un travel designer più che travel blogger, però ha viaggiato molto e soprattutto abbiamo lo stesso stile: mezzi pubblici, chiacchierate infinite con gente del posto e street food. Insomma, se c’è una persona che ammiro è proprio lei.
Riguardo i viaggi, leggo molti blog come The Food Traveler, Orsa nel Carro, Orizzonti di Patrick Colgan, Pain de Route e molti anche in inglese. Sicuramente sto dimenticando un sacco di blogger, ma ne leggo davvero tanti anche se un po’ saltuariamente (mea culpa!).
Menzione speciale per un “book blog”: Claudia di Il giro del mondo attraverso i libri. Adoro i suoi consigli di lettura e l’ho conosciuta anche personalmente.
Chiacchierare con Giulia mi è piaciuto davvero tanto, non solo per la scelta della meta per la sua vita da expat, ma per il suo modo di viaggiare ricercato e mai banale, rispettoso della natura e degli animali cogliendo incarnando a pieno il tipo di viaggiatore che apprezzo di più.
Io Giulia le seguo già da un po’ e suggerisco anche a voi gente di fare lo stesso:
Web: Viaggiare con gli occhiali
FB: Viaggiare con gli occhiali
IG: Viaggiare con gli occhiali
L’intervista con Giulia termina qui, ma ora vi chiedo: ci sono altri di voi che vivono una vita da expat? In quale città vi trovate adesso?
Ps: Nella sezione “Quattro chiacchiere con…” trovate tante interviste a tema viaggio con viaggiatori di ogni tipo. Andate a curiosare! 😉