Zanzibar: natura incontaminata, spiagge bianchissime, persone meravigliose e un turbinio di emozioni inaspettate!
Viaggio a Zanzibar!
Africa uguale natura incontaminata e abitudini e cultura completamente diverse dalle nostre. Per il mio primo viaggio in questa terra meravigliosa, che si rivelerà essere soprattutto un viaggio interiore per me, decido di andare sul sicuro e rivolgermi ad un’agenzia di viaggi. La mia scelta ricade su Easy Africa che ha proposto voli e offerte di soggiorno vantaggiose per Zanzibar, considerando le esigenze personali e soddisfacendo al meglio tutte le richieste. Per quanto io non sia propensa ai villaggi, alla fine mi ritrovo proprio in uno di questi sulla Spiaggia di Uroa.
Il villaggio a Uroa
L’Uroa Bay è un villaggio non troppo frequentato dagli italiani, che offre stanze spaziose, piscine esterne e spiaggia attrezzata. Le serate sono spesso allietate dall’animazione e il personale è molto più che cordiale. Mosè e Waziri mi faranno compagnia per una settimana intera, all’insegna di grandi sorrisi e Jambo Jambo!
Il villaggio è praticamente immacolato e sono tutti estremamente cordiali. C’è una cosa però che non dimenticherò mai, una sensazione di stupore così forte che non mi aspettavo. L’intero villaggio è circondato da una grande struttura in ferro che ne delimita l’accesso. Una sorta di cancellata insomma. So che è lì per una questione di sicurezza, ma vi posso assicurare che mi ha lasciata perplessa e non poco. Io sono abituata a gironzolare qua e là in tutta tranquillità e quel sentirmi un po’ “in trappola” mi ha destabilizzato mentalmente.

I Beachboys
Seppur considerato un viaggio all’insegna del total relax, non può mancare qualche escursione qua e là alla scoperta dell’isola.
Tutti i resort e tutte le agenzie offrono escursioni di vari tipi. A far concorrenza sulle spiagge si trovano gli ormai conosciuti Beachboys. Ragazzi del luogo che non sono delle vere e proprie guide ma che organizzano escursioni di gruppo per i turisti. Dopo i primi momenti di indecisione e dopo molte ricerche su internet prima della partenza, la scelta ricade proprio su di loro.
Si sentono storie di tutti i generi su questi ragazzi che si guadagnano da vivere organizzando escursioni con i turisti. Si sente di gente lasciata a piedi all’ultimo momento, o di pulmini che solo dopo km vanno in panne costringendo i turisti ad una attesa interminabile sotto il sole cocente.
Ma si sente anche di esperienze incredibili a contatto con la storia e le tradizioni locali. Perché se da un lato ci sono i rischi di non avere un’assicurazione, dall’altra c’è la meraviglia di scoprire molto spesso i piccoli scorci di vita quotidiana di ognuno dei beachboys. Di vedere e vivere Zanzibar proprio attraverso i loro occhi. Se non avete esigenze particolari e siete un gruppo di soli adulti, consiglio vivamente le escursioni con i beachboys. Io non ho avuto alcun problema, anzi, alcune delle esperienze migliori le ho vissute proprio grazie a loro.
Re Leone, è stato il primo beachboy che ho conosciuto.
Tutti i beachbosy hanno un nome d’arte simpatico, scelto da loro nel corso degli anni per permettere ai turisti di fare il famoso “passaparola” in modo più semplice.
Re Leone, Michelangelo e Pasqualino sono stati le guide per il Tour delle spezie, la visita a Stone Town, al Jozani forest e all’escursione con i delfini. Discorso a parte per la mia escursione preferita, ma andiamo per ordine!
Escursioni da fare a Zanzibar
Tour delle spezie
Il tour delle spezie è una delle escursioni più interessanti. Permette di scoprire non solo numerose spezie di cui ignoriamo molto probabilmente l’esistenza, ma anche del loro utilizzo qui sull’isola a livello curativo. Mi sono divertita moltissimo ad esplorare la natura e le piante insieme ad una guida locale che ha anche curato al momento chi si era graffiato nel percorso!
Escursione con i delfini
Con il senno di poi, invece, rinuncerei all’escursione con i delfini. Più che un’escursione con i delfini sembrava una caccia ai delfini. Premetto che non so neppure io cosa immaginavo fosse, ma l’idea di accerchiare quei poveri delfini per “costringerli” (anche se amichevolmente) a fare una nuotata con i turisti, non è mi è piaciuto molto. Ovviamente ai delfini non viene assolutamente fatto del male, anzi non vengono minimamente toccati. Io però non ho gradito molto questo posto di blocco nei loro confronti. Opinione che resta molto personale la mia dato che molte altre persone invece hanno gradito l’escursione e si sono divertite tantissimo.
Stone Town
Stone Town è l’escursione che non potete perdervi. La visita della città è un susseguirsi di odori e sapori unici. Trovarsi davanti al mercato locale e soprattutto a quello del pesce, non lascia per niente indifferente. Ad ogni angolo della città si apre uno scorcio unico di Zanzibar. Bambini scalzi che tirano calci ad una palla mentre un gruppo di gente si riunisce in un vicolo a giocare a domino. Il tutto con portoni enormi e decori in pietra a fare da cornice.

Jozani Forest
A poca distanza ecco la Jozani Forest per fare un’escursione simpatica e divertente. Un pomeriggio immersi nella foresta ed in compagnia di moltissimi esemplari di scimmia rossa chiamati Colobi, un tipo di scimmia tipico di Zanzibar.
Blu Safari e Nakupenda
Ma la mia escursione preferita è stata senza dubbio quella all’isola Nakupenda, più comunemente chiamata “L’isola che non c’è”. Una lingua di sabbia che in base alle maree compare e scompare. Capita che al mattino sia totalmente visibile e che durante il giorno, proprio grazie alle maree, cominci pian piano a scomparire. Oppure può capitare esattamente l’opposto. Se ci si aggiungono poi delle acque cristalline che la cingono tutto intorno la magia è servita.

L’escursione prevede sosta all’isola Nakupenda per fare immersione o per rilassarsi ammirando la natura incontaminata. Qui infatti la mente viaggia a più non posso. È difficilissimo spiegare la sensazione che ho provato su questo piccolo pezzetto di sabbia che un minuto c’è e l’altro scompare. È sentirsi piccoli piccoli ed immensi allo stesso tempo. Mi sono sentita anche un po’ fuori luogo in quell’occasione, come se la mia presenza, la presenza di tutti noi, potesse distruggere la magia che si respirava nell’aria.
Per il pranzo ci si sposta su una seconda isola a pochissima distanza e la giornata prosegue con un tipico e gustoso pranzo locale. Ed è qui che si può ammirare un enorme Baobab multicentenario, caduto ma ancora in vita. In molti credono che proprio questo sia l’albero che ha ispirato Celentano nello scrivere i famosi versi di Azzurro: ” Cerco un po’ d’Africa in giardino, tra l’oleandro e il baobab…”

Gli abitanti di Zanzibar
La giornata all’Isola che non c’è resterà indimenticabile per i luoghi visitati, ma anche per le persone che ho conosciuto. Capita infatti che proprio quella mattina Re Leone e la sua squadra non fossero più disponibili. È così che immediatamente il gruppo viene ri-prenotato con altri Beachboys: Tartaruga e il fidato Enzo.
La giornata trascorsa con Tartaruga mi ha fatto scoprire il grande cuore di un’uomo che lavora per sostenere la sua faglia seppur rispettando i turisti e il suo lavoro. “I turisti sono un bene da preservare e non limoni da spremere” . Parole che fanno riflettere, perché è proprio vero che forse quanto più abbiamo più desideriamo. Vogliamo tutto e subito, anche quando potremmo farne perfettamente a meno. Al contrario, c’è chi proprio come Tartaruga, avrebbe bisogno di molto e ne avrebbe bisogno il prima possibile. Nonostante tutto però lui si accontenta di poco e lo vive molto meglio di quanto non facciamo noi in vita nostra!

Come Tartaruga molte persone a Zanzibar vivono così. Con poco, si potrebbe dire a prima vista, ma con tanto davvero tanto dentro. Si vive alla giornata con il sole sulla pelle e con il sorriso sulle labbra. Si vive apprezzando il grande dono della vita. Un grande, immenso insegnamento di cui io per prima dovrei ricordarmi molto più spesso.
Viaggio a Zanzibar, conclusioni
Zanzibar , è una terra meravigliosa dalle persone meravigliose. Un viaggio che mi ha toccato l’anima e che ha mosso pensieri e sensazioni dentro di me che non immaginavo. A Zanzibar davo un incredibile incontro con me stessa. Un incontro direi inconsapevole fino a poco tempo fa. Ci vuole tempo per metabolizzare e capire veramente quando un viaggio lascia un segno. Ci vuole tempo nel capire dove hanno condotto tutti quei momenti in cui credevo di perdermi ed invece stavo semplicemente ritrovandomi. Tutto questo sono riuscita a capirlo solo a distanza di un anno pensate, su quel trenino dal quale nacque poi proprio il blog!
Dicono ci siano persone che soffrono il mal d’Africa. Io credo semplicemente che l’Africa ti entra così nel profondo da sconvolgerti dentro. Dà una scossa a quello che già siamo e ci rivoluziona totalmente. Il mal d’Africa non è solo la mancanza di luoghi incredibili, il mal d’Africa è anche la conseguenza unica di un viaggio attraverso noi!


Uroa Beach, Zanzibar