Vedere il Cristo velato a Napoli e visitare la Cappella Sansevero sono tra le esperienze imperdibili da fare durante un viaggio alla scoperta della città partenopea. Che si tratti di un soggiorno lungo o di vedere Napoli in poche ore , la visita al Museo Cappella Sansevero non può mancare.
Io ho impiegato anni per decidermi a vedere il Cristo velato dal vivo per un motivo ben preciso, se leggi fino in fondo ti svelo anche il perché. Ma dopo essermi ritrovata nella cappella e soprattutto davanti alla statua, ti consiglio vivamente di inserire questa tappa nel tuo itinerario a Napoli (ti interessa un tour guidato gratis? Clicca QUI per prenotarlo! ).
In questo articolo troverai tutte le informazioni utili per visitare Cappella Sansevero. Una guida completa su dove si trova, sugli orari e costi dei biglietti per il Cristo velato , i possibili tour e cosa vedere oltre alla statua.
Dove si trova il Cristo velato a Napoli
Il Cristo velato è una delle opere più famose e conosciute di Napoli. Nonostante ciò in pochi sanno che si trova all’interno del Museo Cappella Sansevero. Vedere il Cristo velato a Napoli equivale a vedere il Museo Cappella Sansevero. Di conseguenza alla domanda “dove si trova il Cristo velato a Napoli “, bisogna rispondere prima con la sua ubicazione generale e dunque all’interno del Museo Cappella Sansevero e poi con l’indirizzo specifico: via Francesco De Sanctis 19/21. Insomma il Cristo velato a Napoli si trova in pieno centro storico a due minuti a piedi da Via dei Tribunali e da Spaccanapoli.
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La zona è a traffico limitato, esattamente a due passi da Piazza del Gesù, dal complesso di Santa Chiara e da San Gregorio Armeno, la via dei presepi di Napoli.
Il modo migliore per arrivare alla cappella è a piedi. Ma se hai poco tempo a disposizione e preferisci i mezzi, puoi usare la metro per avvicinarti il più possibile. Le fermate metro più vicine sono:
Metro Linea 1, fermata Università o Dante;
Metro Linea 2, Cavour.
Dovrai comunque camminare per circa 5/10 minuti, ma avrai risparmiato un tratto.
Come comprare i biglietti per il Cristo velato e la Cappella Sansevero
Una volta chiarita la posizione, ecco come comprare i biglietti per il Cristo velato e la Cappella Sansevero.
1. Prenotare i biglietti online
Il modo più semplice per acquistare i biglietti per il Cristo velato di Napoli e la Cappella Sansevero è online, tramite il sito ufficiale museosansevero.it . Acquistando i biglietti online è possibile scegliere la fascia oraria desiderata e ridurre notevolmente il tempo di attesa all’ingresso.
Le dimensioni ridotte degli ambienti, infatti, consentono un numero massimo totale di 50 persone alle volta. La prenotazione dei biglietti online è l’unico modo a garantire l’ingresso per la visita del museo.
I biglietti online sono resi disponibili con un mese di anticipo e permettono di scegliere fasce orarie con cadenza di 30 minuti a partire dalle 9 del mattino.
2. Acquistare direttamente alla biglietteria
Nonostante l’acquisto dei biglietti online sia la scelta fortemente consigliata, è giusto sottolineare che ogni giorno di apertura sarà comunque resa disponibile una quantità di biglietti disponibili last minute direttamente alla biglietteria del Cristo velato e del Museo Cappella Sansevero .
Considerata la forte affluenza e le restrizioni a causa del distanziamento, ti consiglio di scegliere questa opzione solo se non hai trovato disponibilità online per le date del tuo viaggio a Napoli . In questo caso puoi fare un tentativo alla biglietteria.
Il Cristo velato – Crediti: sito ufficiale Museo Cappella Sansevero
3. Tour guidati per il Cristo velato, di gruppo e privati
Altra opzione da non sottovalutare è quella di scegliere un tour guidato. In questo caso sarà la guida ad occuparsi di biglietti e prenotazioni, di considerare la fascia oraria migliore e i tempi. Tu dovrai solo goderti il tour e restare a bocca aperta davanti alla famosa statua del Cristo velato di Napoli .
Di seguito ti lascio la lista dei più interessanti tour di Napoli che includono la visita al Cristo velato:
4. Tour personalizzato con guida privata
Se invece vuoi vedere il Cristo velato e Napoli senza sbattimento alcuno, un tour super personalizzato con guida privata è ciò che fa per te. Scegliere una guida certificata e del luogo ti permette di creare un itinerario personalizzato in base alle tue esigenze e ai tuoi gusti, senza doverti preoccupare di tempistiche da rispettare e biglietti da prenotare.
Grazie alla guida privata poi, potrai scoprire in modo anche divertente aneddoti e “inciuci” che altrimenti non potresti sapere. Ecco perché consiglio sempre di scegliere una guida del posto che possa conoscere bene Napoli con la sua storia, le sue tradizioni e le sue leggende che non mancano davvero mai.
Io personalmente ho fatto il tour di Napoli a piedi con visita di Cappella Sansevero e il Cristo velato con Zia Lucy, guida certificata campana . Un tour cucito sulle necessità dei componenti rispettando i gusti di noi partecipanti ma anche il grande patrimonio artistico e folkloristico di una città unica e particolare come Napoli.
Museo Cappella San Severo di Napoli – Crediti: sito ufficiale Museo Cappella Sansevero
Quanto costano i biglietti e quali sono gli orari per la visita
Se decidi di prenotare un tour per visitare la Cappella Sansevero e il Cristo velato a Napoli i prezzi varieranno in base al tour scelto, così come gli orari di ingresso.
Se invece decidi di acquistare i biglietti online sul sito ufficiale, oppure alla biglietteria del Museo Cappella Sansevero, eccoti costi dei biglietti e orari di apertura.
BIGLIETTI CRISTO VELATO E CAPPELLA SAN SEVERO: TARIFFE 2023
Biglietto ordinario: 10 euro
Soci FAI: 8 euro
Ragazzi da 10 a 25 anni: 7 euro
Bambini fino a 9 anni: gratis
Audio guida: 3,50 euro (in alternativa si può scegliere l’offerta “Tandem” che comprende due audioguide al costo di 6 euro)
ORARI CRISTO VELATO E CAPPELLA SANSEVERO
Aperto dal mercoledì al lunedì dalle 9 alle 19
Chiuso martedì
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura
La storia (in breve) della nascita di Cappella San Severo e delle leggende a essa legate
La Cappella Sansevero è un gioiello conosciuto in tutto il mondo. Un tripudio di barocco in cui arte e mistero si intrecciano dando vita a un’atmosfera davvero unica e indescrivibile. La Cappella è stata ideata e voluta da Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero e primo esponente dell’illuminismo europeo.
Tuttavia, le origini del museo risalgono realmente a molti anni prima e fanno riferimento a un’antica leggenda, di cui pochi sono a conoscenza. Prima di procedere con le cose da vedere all’interno del Museo Cappella Sansevero e all’iconica statua del Cristo velato, è bene riassumerne brevemente la storia.
Secondo la leggenda, intorno al 1590, un uomo ingiustamente dichiarato colpevole, fosse trascinato in catene trascinato in catene per le strade di Napoli. Giunti nei pressi del giardino del palazzo dei di Sangro in piazza San Domenico Maggiore, quest’uomo vide crollare una parte del muro di cinta del giardino e apparire un’immagine della Madonna . Vedendola, promise alla Vergine di donarle una lampada d’argento e un’iscrizione, qualora fosse stata riconosciuta la propria innocenza. Così fu e una volta scarcerato, l’uomo mantenne la parola rispettando il voto. Da quel momento l’immagine sacra divenne meta di pellegrinaggio, dispensando (pare) molte altre grazie.
Anni dopo fu il duca di Torremaggiore Giovan Francesco di Sangro a fare voto alla stessa Madonna. Il duca, gravemente malato, ricevette la grazia sotto forma di guarigione. In segno di gratitudine decise dunque di innalzare una piccola cappella dedicata alla vergine, proprio nel punto in cui ella fece la sua prima apparizione. Fu a quell’epoca che nacque quindi la cappella, all’ora chiamata: Santa Maria della Pietà o Pietatella .
Fu però il figlio di Giovan Francesco, Alessandro di Sangro patriarca di Alessandria , che nei primi anni del ’600 iniziò i primi veri lavori di ampliamento, dando vita a un vero e proprio tempo che potesse ospitare le sepolture degli antenati e dei futuri membri della famiglia.
Ad oggi, di quell’epoca iniziale, restano visibili l’effige della Madonna, visibile sull’Altare Maggiore, e quattro mausolei situati nelle cappelle laterali. L’assetto attuale degli spazi si deve infatti a Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero che a partire dagli anni ’40 del ’700 riorganizzò la Cappella secondo criteri completamente diversi e personali.
Una storia decisamente leggendaria che trova però conferma nei documenti d’archivio rinvenuti e nell’iscrizione sulla porta principale del complesso monumentale, che recita: “Alessandro di Sangro patriarca di Alessandria destinò questo tempio, innalzato dalle fondamenta alla Beata Vergine, a sepolcro per sé e per i suoi nell’anno del Signore 1613”.
Cosa vedere all’interno della Cappella Sansevero
1. Il Cristo velato
Al centro della Cappella Sansevero spicca la famosa statua del Cristo velato di Napoli. Si tratta di una delle opere più suggestive al mondo. L’autore del Cristo velato è Giuseppe Sanmartino che ebbe il compito di realizzare una statua a grandezza naturale di Cristo morto e coperto da un sudario trasparente. Il tutto da un solo e unico blocco di marmo.
Sanmartino non solo riuscì nell’opera ma creò qualcosa che andava, a mio parere, oltre ogni possibile aspettativa. Il velo posto sulla statua del Gesù morto è un susseguirsi di dettagli sorprendenti. I ricami del sudario e le pieghe morbide sembrano quasi enfatizzare e mettere maggiormente a nudo il corpo privo di vita e la sua sofferenza. I dettagli delle mani e del volto, le vene che sembrano ancora pulsare e il costato scavato, sfidano ogni logica.
Come può un freddo blocco di marmo trasformarsi in qualcosa di estremamente vivo e reale? Incantata e sbalordita, sono rimasta a fissare la statua e i suoi dettagli senza trovare risposta. Perdendomi in quel dubbio atroce sulla veridicità della leggenda legata al velo del Cristo velato a Napoli.
In molti infatti si sono chiesti se il velo sia stato realmente scolpito o se invece si tratti della marmorizzazione alchemica del tessuto. Numerosi e accurati studi hanno poi dimostrato con prove certe, che la statua è stata realizzata interamente in marmo.
Da subito la statua è stata molto apprezzata da numerosi artisti in visita a Napoli. Tra tutti spicca il maestro Antonio Canova, che dopo aver cercato di acquistarla, dichiarò che avrebbe dato dieci anni della propria vita pur di essere l’autore di un capolavoro simile. Come dare torto al grande Canova.
La statua del Cristo velato a Napoli è indescrivibile . Solo dopo averla vista dal vivo riuscirai a capire perché la sua fama è internazionale.
Il Cristo velato – Crediti: Sito ufficiale Museo Cappella Sansevero
2. Le statue Pudicizia e Disinganno
La statua Pudicizia è dedicata a Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona, madre di Raimondo di Sangro , che morì quando il figlio non aveva ancora compiuto un anno. La statua è uno dei maggiori capolavori di Antonio Corradini. Lo scultore infatti era già celebre per aver creato altre sculture velate. Viene particolarmente acclamato nella realizzazione de la Pudicizia, per l’effetto con cui il velo avvolge le forme della principessa Cecilia facendolo sembrare quasi vero e intriso da vapore.
La lapide spezzata, lo sguardo nel vuoto e l’albero della vita che sorge ai piedi della lapide, simboleggiano la prematura morte della principessa Cecilia. La posizione della donna ricoperta dal velo, invece, è un’allegoria alla sapienza e alla dea velata Iside, la dea egizia della sapienza e della scienza iniziatica .
Pudicizia, la statua dedicata a Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona – Crediti: sito ufficiale Museo Cappella Sansevero
Al contrario invece la statua Disinganno è dedicata ad Antonio di Sangro, padre di Raimondo . Lo scultore Francesco Queirolo rappresenta un uomo che si libera da una rete aiutato da un putto con ai piedi il globo e la Bibbia. Un concentrato di simbolismo riferito alla vita sregolata seguita da Antonio di Sangro dopo la scomparsa prematura della moglie. Il piccolo Raimondo infatti fu affidato al nonno paterno, mentre il padre viaggiò per l’Europa conducendo una vita sregolata e dedita ai vizi. Pentitosi poi tornò a Napoli in età avanzata, dedicandosi alla vita sacerdotale.
La liberazione dalla rete simboleggia dunque la liberazione dai vizi del mondo grazie all’aiuto dell’intelletto rappresentato in questo caso dal putto. Se da un lato a colpire è la leggiadria del velo, dall’altro è la maestria dei dettagli della rete a lasciare a bocca aperta. Elementi che, seppure diversi e dai significati opposti, risultano estremamente realistici.
Disinganno, la statua dedicata ad Antonio di Sangro – Crediti: sito ufficiale Museo Cappella Sansevero
3. Le altre statue e le opere
Al Museo Cappella Sansevero non mancano numerose altre statue e opere di vario genere. L’affresco sul soffitto, la Gloria del Paradiso, è il primo ad accogliere. Seguono poi le statue delle virtù e i monumenti ai sei principi di Sansevero. Non mancano neppure i medaglioni con i santi protettori del casato e la tomba del principe Raimondo di Sangro, ideatore della Cappella.
Particolare, proprio nei pressi della tomba di Raimondo di Sangro, è il pavimento labirintico di cui restano solo alcune lastre. Il progetto originale della cappella prevedeva un pavimento a labirinto con una linea bianca continua di marmo bianco. L’impresa affidata a Francesco Celebrano non fu affatto facile e si narra che il principe di Sangro non riuscì a vedere l’opera terminata. Successivamente un grave crollò danneggiò fortemente la pavimentazione che fu rimossa e sostituita con il pavimento in cotto napoletano con al centro lo stemma della famiglia di Sangro presente oggi.
4. Le macchine anatomiche
Nella cavea sotterranea della Cappella Sansevero, esattamente sotto il Cristo velato a Napoli, si trovano le ormai famose Macchine anatomiche . Si tratta di due scheletri uno di uomo e uno di donna, che riproducono nei minimi particolari il sistema circolatorio di ognuno. La dovizia di particolari è tale da aver dato vita anche in questo caso a una leggenda. Si narra infatti che Raimondo di Sangro avesse fatto uccidere due servi imponendo di iniettarvi una particolare sostanza per “metallizzare” il sistema circolatorio e permetterne lo studio.
Studi più accreditati invece sostengono che seppur ossa e teschi siano originali, il sistema circolatorio sia invece frutto della combinazione di diversi materiali come cera d’api, fil di ferro, seta e coloranti. Di certo vedere le due Macchine anatomiche dal vivo lascia un po’ perplessi. Per quanto mi riguarda niente a che vedere con l’emozione della statua del Cristo Velato !
Macchine anatomiche – Crediti: sito ufficiale Museo Cappella Sansevero
Info pratiche per la visita della Cappella Sansevero e del Cristo velato a Napoli
Ora che sai come acquistare i biglietti e cosa vedere eccoti alcune info pratiche per godere al meglio della visita.
All’interno del Museo Cappella Sansevero è vietato toccare o fotografare le opere d’arte (le foto che vedi mi sono infatti state fornite dal museo stesso).
L’utilizzo dei dispositivi mobili o di registrazione non è consentito così come non è consentito l’ingresso di animali domestici e non.
Curiosità sul Cristo velato
Il Museo Cappella Sansevero e il Cristo velato a Napoli sono tra simboli della città ma sono legati anche a una leggenda importantissima. Se hai intenzione di frequentare l’università o se la frequenti ma non hai ancora conseguito la laurea, non visitare la Cappella Sansevero e non vedere il Cristo velato a Napoli.
Hai capito bene, secondo la tradizione napoletana vedere la statua del Cristo velato prima della laurea porterebbe sfortuna . Nessuno degli studenti universitari napoletani ha mai osato sfidare la sorte. Sarà dunque vero o sarà solo un’altra leggenda metropolitana? Nel dubbio, ti consiglio di non sperimentare sulla tua pelle, non si sa mai!
Mappa per arrivare a piedi al Cristo velato di Napoli e alla Cappella San Severo
Disclaimer:
Come da regolamento all’interno del museo non è possibile scattare foto o usare dispositivi elettronici. Pertanto tutte le foto presenti nell’articolo appartengono al sito ufficiale Museo Cappella Sansevero.