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Home > Europa > Italia > Chiacchiere di carnevale: storia e ricetta del dolce napoletano

    Chiacchiere di carnevale: storia e ricetta del dolce napoletano

    Chiacchiere di carnevale, anche dette frappe

    Le chiacchiere di carnevale sono il simbolo del martedì grasso in Italia. Un dolce che assume un nome diverso in base alla regione. C’è chi le chiama frappe, chi bugie e chi cenci. In Campania prendono il nome di chiacchiere e mettono d’accordo grandi e piccini. Se la lista dei dolci di Natale napoletani prevede varie opzioni, tutte molto variegate, la lista dei dolci napoletani di carnevale si riduce alle sole chiacchiere.

    In questo articolo

    • Chiacchiere: storia e curiosità
    • Cosa sono le chiacchiere di carnevale
    • Ricetta chiacchiere di carnevale napoletane
    • 📌Consiglio del giorno

    Chiacchiere: storia e curiosità

    Questo dolce, tanto semplice quanto gustoso, ha radici antichissime. Già in epoca romana venivano preparati i frictilia, dei dolcetti serviti alla folla che si riversava nelle strade per festeggiare i Saturnali, i giorni che coincidono con il carnevale odierno. I tipici dolcetti, dall’impasto povero e veloce, risultavano essere poco dispendiosi e dunque perfetti per essere preparati in grandi quantità. Sarebbero dunque loro gli antenati delle chiacchiere odierne, antenati che seppur non uguali ci si avvicinano molto.

    Secondo la tradizione napoletana, invece, l’invenzione delle chiacchiere si dovrebbe alla Regina Margherita di Savoia e al cuoco Raffaele Esposito. Pare infatti che la regina fosse una vera chiacchierona e che tale caratteristica abbia ispirato il cuoco, chiamato a preparare qualcosa da mangiare per la regina e per i visitatori a corte.

    Le chiacchiere di carnevale: cialde sottili e croccanti ricoperte da zucchero a velo.
    I tipici dolci del carnevale napoletano: le chiacchiere!

    Cosa sono le chiacchiere di carnevale

    Ma cosa sono in effetti le chiacchiere di carnevale? Sono delle piccole cialde sottili, che vengono fritte nello strutto e poi guarnite con zucchero a velo. Due le caratteristiche principali che una buona chiacchiera deve assolutamente avere: la croccantezza e le bolle sulla pasta. Se vuoi sapere come assicurarti questi risultati, continua a leggere fino alla fine dell’articolo.

    Secondo la tradizione dovrebbero poi essere inzuppate nel sanguinaccio: una crema a base di cioccolato e sangue di maiale, che veniva solitamente ucciso nei giorni del carnevale.

    Le chiacchiere, oggi, hanno subito delle piccole variazioni. Ad esempio, è sempre più difficile trovare chiacchiere che siano fritte nello strutto come si faceva un tempo. Grazie (o a causa) di scelte sempre più salutiste, si predilige la frittura con olio o anche la cottura in forno. Il sanguinaccio, poi, è preparato con il solo cioccolato, andando così a togliere anche il retrogusto amaro che derivava dall’utilizzo del sangue animale.

    Altra “moda” degli ultimi tempi, che personalmente non condivido, è l’utilizzo del miele o del cioccolato fondente sciolto per guarnire. Io resto fedele alla tradizione almeno in questo: le chiacchiere di carnevale vanno guarnite con lo zucchero a velo. Solo con lo zucchero a velo!

    Chiacchiere di carnevale: croccanti cialde fritte e poi ricoperte di zucchero filato.
    La croccantezza è una delle caratteristiche fondamentali delle chiacchiere.

    Ricetta chiacchiere di carnevale napoletane

    La ricetta delle chiacchiere prevede l’utilizzo di pochi ingredienti. Servono:

    • 500 gr di farina 00,
    • 140 gr di zucchero a velo,
    • 3 uova (intere),
    • 1 albume d’uovo,
    • 4 cucchiai di olio di semi,
    • 1 bustina di vanillina,
    • 1 pizzico di sale,
    • 1 arancia grattugiata (o limone grattugiato),
    • 60 ml di liquore (es: Strega, grappa o rum).

    In aggiunta:

    • olio per friggere,
    • zucchero a velo per decorare.

    Per prima cosa, amalgama bene farina, zucchero a velo, vanillina, arancia grattugiata e il pizzico di sale. Sbatti le uova intere e aggiungile al composto insieme all’olio e al liquore. Monta l’albume a neve e aggiungilo a piccole dosi. Una volta ricavato il tuo panetto, stendi la pasta molto sottile e ricavane dei rettangoli. Fai delle incisioni perpendicolari al centro dei rettangoli e friggi le chiacchiere singolarmente in olio caldo. Volendo, puoi anche dare una forma più attorcigliata alla pasta prima di friggerla. Riponi poi in un piatto con carta assorbente, per rimuovere l’olio in eccesso. Lascia raffreddare e poi spolvera con lo zucchero a velo.

    Una volta pronte, le chiacchiere di carnevale vanno fritte in olio caldo, a circa 170-180°
    Una volta pronte, le chiacchiere vanno fritte in olio caldo, a circa 170-180°

    Come hai visto, la preparazione è davvero facile. Ma con qualche trucchetto in più non solo otterrai chiacchiere buone ma addirittura ottime! Ecco i miei consigli per te:

    • usa sempre una componente alcolica all’interno dell’impasto. È ciò che, in fase di frittura, conferisce la croccantezza e aiuta con le “bolle”;
    • stendi la sfoglia molto sottile. Se puoi, preferisci l’uso della macchina per stendere la pasta al matterello;
    • usa la rotella taglia pasta per ottenere i bordi ondeggiati tipici delle chiacchiere napoletane;
    • in fase di frittura, assicurati che l’olio sia caldo ma non bollente. La temperatura ideale per friggere le chiacchiere è tra i 170-180 °;
    • friggi le chiacchiere man mano che le prepari e singolarmente.

    📌Consiglio del giorno

    Le chiacchiere di carnevale sono un dolce allegro e divertente. Si preparano molto velocemente e, dato il gusto, vanno via alla stessa velocità. Per fortuna, però, puoi facilmente conservarle anche per una settimana. Ti basterà riporle in una scatola di latta chiusa, quella dei biscotti per intenderci, per avere le chiacchiere a portata di mano quando ne avrai voglia.

    16 Commenti
    Mangiare in viaggioTradizioni
    Simona - Oltre le parole blog
    Ciao sono Simona, con un consiglio al giorno scovo la bellezza anche dove non la vedi. Racconto di curiosità, tradizioni ed esperienze dalla Costiera Amalfitana al mondo!
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    16 Commenti

  • Rispondi Veronica a

    Ricordo che mia nonna le faceva sempre in casa. Adesso è una tradizione che si è andata a perdere e le si comprano già fatte, però noi le abbiamo sempre fritte in olio mai nello strutto! Non conoscevo né l’origine né che dovessero essere inzuppate nel sanguinaccio. Anch’io sono tradizionalista e le preferisco solo con lo zucchero a velo anche se non ne mangio da anni. Qui, le chiacchiere, non sanno neanche cosa siano!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Allora adesso devi renderti ambasciatrice delle chiacchiere a Londra. Anche se fritte in olio, che lo strutto non credo lo trovi facilmente. Provaci, magri poi mi fai sapere! 😉

  • Rispondi Francesca a

    La ricetta è quella di mia madre, ma da noi si chiamano “crogetti” o cenci, come hai giustamente detto. E comunque il segreto sta nella frittura!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Giustissimo, la frittura decide tutto. Peccato solo finiscano alla velocità della luce! 😉

  • Rispondi Raffaella a

    Dove abito io si chiamano chiacchiere o galle. Si cominciano a mangiare subito dopo l’Epifania e si va avanti fino a Carnevale.
    Le adoro. Ma da qualche anno riesco a digerirle solo cotte al forno. Come te penso che debbano essere guarnite con zucchero a velo. E nient’altro.

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ora che mi ci fai pensare anche mia nonna le faceva già dopo l’Epifania. Ricordo perfettamente lo zucchero a velo sparso per la cucina fino a Carnevale. Credo sia stata lei a farmi associare la chiacchiere solo e soltanto allo zucchero a velo! 🙂

  • Rispondi Eleonora a

    Da noi si chiamano frappe e sono in assoluto uno dei miei dolci preferiti, ma personalmente trovo che nessuno al mondo sappia farle buone quanto quelle di mia nonna! 😛
    Ovviamente comunque Simo concordo con te: solo zucchero a velo!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Posso solo immaginare quanto buone siano quelle della tua nonna Eleonora. E poi anche lei è del team zucchero a velo, già la adoro! 🙂

  • Rispondi Beatrice a

    Ne ho giusto una scatola gigante adesso in cucina, ma anche se hai postato la ricetta e amo cucinare, queste preferisco comprarle perché sono troppo sbatti da fare!

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ma come sbatti? ahaha sono velocissime, perdi tempo solo nella frittura. 😉

  • Rispondi marina lo blundo a

    Non sapevo che le chiacchiere fossero tipiche di Napoli! A Roma per esempio si chiamano frappe, ma sono la sterra cosa, più o meno. Non conoscevo la tradizione del sanguinaccio, mentre sono d’accordo con te: le chiacchiere vanno solo spolverate con lo zucchero a velo, qualsiasi altro orpello snatura. E poi diciamocelo: sono già dolci così, a che serve colarci sopra ulteriore miele o nutella?

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Brava Marina! Sono già buonissime da sole, non serve tanto altro per divorarne in quantità industriale! Comunque sì, le chiacchiere sono Napoletane. Un dolce che in effetti è tipico di tutta Italia solo con un nome diverso. Qui erano associate all’antica tradizione dell’uccisione del maiale. Ecco perché venivano fritte nello strutto e poi inzuppate nel sanguinaccio. Poi negli anni, sono un po’ cambiate le abitudini ma le chiacchiere, per fortuna, restano!

  • Rispondi Silvia The Food Traveler a

    Le ha preparate mio papà proprio lo scorso weekend e ne ho mangiate tantissime! Anche perché o conosci qualcuno che le sa fare, o ti rassegni alle versioni in commercio nelle panetterie che però hanno poco in comune con la versione “casalinga”. Da noi – in Piemonte – le chiamiamo bugie: magari qui la regina aveva la fama di essere bugiarda oltre che chiacchierona 😉

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Concordo pienamente Silvia, le versione casalinga è ben diversa da quella commerciale. Che si chiamino bugie o chiacchiere, la regina è riuscita comunque a dar vita a un dolce che mettete tutti d’accordo, per fortuna! 😉

  • Rispondi Silvia a

    Le chiacchiere sono un dolce tipico del periodo del carnevale è vero ma io le mangerei tutto l’anno. Farle non è difficile ricordo quando me le faceva nonna che bontà

    • Rispondi Simona - Oltre le parole blog a

      Ciao Silvia! Non è difficile farle hai ragione. Anche io come te le mangerei tutto l’anno ma non mi vengono mai bene come le faceva la nonna purtroppo.

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