Perché il corno napoletano porta fortuna – Storia e caratteristiche di una tra le più antiche tradizioni napoletane.
Il corno napoletano è uno dei portafortuna per eccellenza , se non “il” portafortuna per eccellenza del capoluogo partenopeo e non solo. Se hai fatto anche solo una volta un itinerario a piedi di Napoli , saprai di poterlo trovare ovunque. Sulle bancarelle, nelle botteghe degli artigiani, nei negozi di suovenir ma anche stampato su magliette e cappellini. Nel corso degli anni il corno napoletano è diventato uno dei simboli di Napoli conosciuto in tutto il mondo.
Ma come nasce il corno napoletano? E quali caratteristiche deve avere per proteggere dalla sfortuna? Oggi ti racconto come nasce una delle più antiche tradizioni napoletane e una delle più sentite sia all’interno del territorio campano che non.
Storia e leggenda del corno napoletano portafortuna
Per capire veramente perché il corno napoletano porta fortuna , bisogna tornare ai tempi della preistoria. Già, hai capito bene. Quello che a Napoli è un vero e proprio culto radicato nell’anima profonda, si ricollega agli uomini delle caverne del 3500 a.C.. In quell’epoca, infatti, si usava appendere le corna degli animali uccisi all’ingresso della caverna, come simbolo di potenza e di protezione. Un modo per ostentare forza e pretendere rispetto per le proprie gesta.
Una tradizione che negli anni ha continuato a esistere. Pensa ad esempio agli elmi dei guerrieri Vichinghi, non avevano forse anch’essi grande corna che sfoggiavano con fierezza? Così il popolo, ispirato dalle grandi gesta dei condottieri, cominciò a costruire i primi corni portafortuna usando materiali poveri come la terracotta o il legno.
Ma a Napoli si sa, non può mancare mai quel pizzico di brio e di pepe che caratterizza da sempre ogni credenza. Al passato storico si aggiunge una versione molto più maliziosa sulla nascita del famoso curniciello . Secondo la leggenda infatti, il corno napoletano rappresena il fallo di Priapo, il Dio della Prosperità , che i Greci ritenevano protettore dalla cattiva sorte. Tale spiegazione però, potrebbe essere molto più plausibile di quanto si fosse inizialmente pensato. Infatti vari simboli di questo genere sono stati ritrovati agli scavi di Pompei ed Ercolano .
I corni portafortuna a Napoli nella versione rossa originale e quella azzurra come la squadra di calcio partenopea – Foto da Pixabay
Le caratteristiche del vero corno napoletano
Non tutti i corni però sono portafortuna. Per funzionare veramente e svolgere la sua funzione di amuleto, il corno deve avere delle caratteristiche specifiche. Deve essere: Tuosto, stuorto e cu ‘a ponta , cioè rigido, storto e con la punta.
Inoltre:
deve essere realizzato a mano in modo da assorbire le energie positive dell’artigiano che serviranno poi a proteggere dalla mala sorte;deve essere rosso , come il colore del sangue che è sinonimo di vita;e soprattutto il corno napoletano va sempre regalato e mai acquistato altrimenti perderebbe le sue funzioni protettive.
Come attivare il corno napoletano
Uno volta ricevuto in dono il giusto curniciello , questo va attivato in modo molto semplice. Se regali un corno napoletano portafortuna a qualcuno, assicurati di pungergli con la punta del corno il palmo aperto della mano sinistra. Se invece ne ricevi uno in regalo, accertati che sia fatto lo stesso a te.
E cosa fare se la se la punta del corno si rompe ? Non temere. Se la punta si rompe vuol dire che il cornetto ha semplicemente svolto la sua funzione, accumulando tutte le energie negative nella sua punta. Una volta colma, la punta si rompe, è normale.
Per i vicoli di Napoli è facilissimo trovare botteghe e bancarelle che vendono il corno portafortuna – Foto da Pixabay
Consiglio del giorno
Realtà o superstizione? Non arrovellarti troppo il cervello. La soluzione è facile e la trovi nelle parole del grande Edoardo de Filippo:
Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male.
E ora dimmi, tu che fai, ci credi oppure no? 😉
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